Brividi di Marca, terra di spiriti e misteri

Raccontava Sergio Saviane, che Treviso fosse città delle burle quasi e come Roma o Firenze. Ci aveva anche scritto una specie di soggetto, con intellettuali mischiati con pasticcioni senzaddio che andavano per campagne e borghi a "far passare" finte autostrade. Intanto mangiavano, con comodo di camera e talvolta di figliola, dal contadino i cui campi venivano poi schivati («geometra grassie, grassie tante») dall'esproprio. Germi, transitato per "Signore e Signori", quindi Monicelli che ne raccolse il progetto orfano, ci cuciron sopra "Amici miei". Ma i nostri acchiappafantasmi di oggi dicono di fare sul serio, di non essere dei burloni (peccato).
In compenso la Marca regala infiniti agganci a chi vuole tessere storie sui suoi misteri e fantasmi. Che fioriscono col passar del tempo sulle spoglie della Storia. Non sappiamo cosa cerchino gli acchiappafantasmi in città, ma noi due sensori li metteremmo nella piazzetta di vicolo del Podestà, dove un tempo si giustiziava la gente, ma anche dalle parti della Casa del Boia in via Roggia, dove qualcuno giura di vedere ancora strane ombre lungo i muri di notte.
Poi c’è il contado. Da Bianca Collalto (murata viva da Aica, legittima di Tolberto) che appare, al Castello di Susegana, vestita di bianco per annunciare lieti eventi e di nero per presagire sventure, al "buon Gherardo", che aleggerebbe nella casa della figlia (Gaia) a Portobuffolè e in un lampo si trasformerebbe da vecchio a bambino e da bambino a vecchio per dormire tra gli sposi, facendo perdere la memoria.
A villa Wasserman, a Giavera, dimorerrebbero le fate, mentre a Morgano sarebbe senza pace Murgania, figlia del console Lelio Syrilio, tramutata in fonte per invidia dalla figlia di Zeus (e il padre divenne fiume). La villa sul Sile appartenuta a Caterina Cornaro, poi, celelerebbe lo spettro di una damigella della regina, che riapparirebbe ogni anno con grande clangor di catene (c’è chi giura d’averle sentite). Il Mago di "Troian" a Sovernigo (Paese) sarebbe in grado di salvare la gente anche dalla peste, ma dal 1600 si nasconde accanto a villa Perissinotto a Castagnole, in un edificio che ha pari solo a Praga, città magica.
In Valle Santa Felicita, invece, vengono segnalate misteriose presenze legate alla storia di Ezzelino III, tiranno crudele, che come Attila fu chiamato "flagello di dio" e come Vlad III Tepes (Dracula) "figlio del diavolo". C'è da mettere in conto poi un paio di abbazie. Quella di Santa Maria del Pero, semidistrutta, a Monastier, è stata illustrissima, ma ormai dei frati s'è persa la memoria. Però di prima mattina, passandole accanto, sono in molti a giurare di aver sentito il sussurrare monacale caratteristico dell'alba. Inoltre ci ospiterebbe una scala che appare e scompare all'improvviso. Ma anche l'ex abbazia di Nervesa, quella in cui monsignor Della Casa scrisse il Galateo, è segnalata come luogo di messe nere e di apparizioni fantasmatiche. E nel castello di Segusino, ci sarebbero terribili fantasmi di donne morte, mentre spettri freddi e untuosi attenderebbero “i viaggiatori sul ciglio della strada”. Nelle vicinanze dei pozzi del castello stesso, infine, aleggerebbero i fantasmi dei bambini che, gettativi dentro, morirono: assolutamente sconsigliato alle donne passarci vicino, perché quei bimbi le afferrano chiedendo di essere salvati. Infine la via "Ongaresca" e le località legate al Sacro Sepolcro. La prima, il cui tracciato percorreva da ovest a est la Marca conducendo in terre di Crociate, sarebbe punteggiata da luoghi in cui sono avvenuti, anche di recente, fatti tragici. Le seconde, che hanno in città un punto di riferimento nella (misteriosamente sempre chiusa) chiesa di San Gaetano, mentre in provincia un perno è costituito dal Tempio di Ormelle, portano con sè tutti i fantastici segreti dei cavalieri Templari.
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