Breton, la “pietra ecologica” una scommessa da 6,7 milioni

La Regione co-finanzierà il progetto di economia circolare con circa 2 milioni negli impianti produttivi di Godego e Vedelago: «È una sfida coraggiosa» 
DePolo Castello Di Godego azienda Breton
DePolo Castello Di Godego azienda Breton

castello di godego

La Regione investe sull’eco-pietra finanziando il progetto green di ricerca e sviluppo della Breton spa di Castello di Godego. La giunta regionale ha infatti sottoscritto l’accordo per co-finanziare il progetto di economia circolare battezzato “Eterial EcoStone” che segnerà un cambio di rotta in chiave sostenibile per l’azienda trevigiana, leader nella creazione di impianti per la lavorazione e produzione di materiali lapidei.

Il progetto targato Breton prevede una spesa totale che sfiora i 6,7 milioni dei quali un totale massimo di agevolazioni concedibili di 2 milioni di euro, di cui 1,3 milioni quale contributo alla spesa, 334 mila euro di finanziamento agevolato coperti dal ministero dello Sviluppo Economico, e altri 334 mila quale quota di finanziamento agevolato da Regione (tramite Veneto Sviluppo).

Per quanto riguarda l’aspetto green, ad essere più “eco” saranno le lastre in pietra artificiale, fabbricate per mezzo di impianti innovativi idonei alla produzione di quella anche definita come pietra ricostruita o eco-pietra appunto, realizzata a partire da materiali riciclati e naturali.

I vantaggi di questo tipo di materiale sono molteplici a cominciare dal notevole risparmio in termini energetici. La possibilità di produrre in loco la pietra artificiale abbatte non solo i costi ambientali dei processi estrattivi, ma anche quelli legati al trasporto dal punto di estrazione fino a quello di lavorazione, tutelando così il patrimonio naturale. La pietra ricostruita permette inoltre di ovviare alle eventuali difficoltà di reperimento della materia prima e rappresenta un materiale dai numerosi vantaggi estetici. Molto apprezzata dagli architetti, questa consente un margine più ampio di soluzioni creative rispetto alla pietra naturale. L’obiettivo del progetto “Eterial EcoStone” è proprio quello di sviluppare nuovi impianti produttivi di natura flessibile, ovvero in grado di produrre sia lastre tradizionali che prodotti green in pietra artificiale e appartenenti a una linea brevettata.

Le attività di ricerca e sviluppo si svolgeranno nelle sede della Breton a Castello di Gogego, ma anche nell’unità produttiva dislocata a Vedelago. La scelta di investire in innovazione in piena pandemia ha ricevuto il plauso dell’assessore regionale allo sviluppo economico ed energia, Roberto Marcato, soddisfatto del sostegno che la Regione garantirà all’impresa. «Va elogiato il coraggio delle nostre imprese», sottolinea Marcato. «Nel caso della Breton stiamo parlando di introdurre innovazione nella produzione in un ambito che risponde alle esigenze di attenzione all’ambiente e di sostenibilità, oltre a dare respiro e orizzonte in termini di occupazione ai territori interessati».

Fondata nel 1963 da Marcello Toncelli con quartier generale a Castello di Godego – oltre a due sedi produttive a Vedelago e Campiglia dei Berici (Vicenza) – la Breton conta sette filiali estere per un totale di circa mille dipendenti e un fatturato di 280 milioni di euro nel 2019, di cui l’86% derivante dall’export. Breton conta oltre 350 brevetti registrati e si avvale di circa 150 tecnici e ingegneri consulenti. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso