«Botto tremendo, non l’ha proprio visto»

PADERNO DEL GRAPPA. «Non capivo niente, poi ho visto il corpo sull’erba del ragazzo». Negli occhi di Davide Basso, che ieri mattina ha assistito al tragico incidente in cui ha perso la vita Isaia Baccega, rivivono gli istanti prima del fatale impatto tra l’auto e la Vespa del diciassettenne. Anche Basso, che vive a Fietta di Paderno, ieri mattina era partito prestissimo da casa per andare a lavorare a Crespano. Alla guida della sua Golf si era immesso sulla strada provinciale da una laterale. All’altezza di via Piave dallo specchietto retrovisore ha visto sopraggiungere l’Audi station wagon guidata da N.A. «Voleva sorpassare», ricorda Basso, «era buio e piovigginava». Il conducente dell’Audi, che proveniva da Possagno e andava verso Crespano, ha azzardato il sorpasso, non accorgendosi che dal senso opposto arrivava il ragazzo in sella al suo scooter. «Mi stava superando del tutto quando ho sentito un botto tremendo», racconta Basso, «ho frenato, mi sono accostato salendo sul marciapiede sulla mia destra e sono sceso subito dall’auto». Si è diretto verso l'Audi. «L’automobilista», racconta, «era come paralizzato con gli occhi chiusi, bianco in faccia, e con le mani aggrappate al volante». Basso ha iniziato a bussare contro il finestrino dell’auto del marocchino chiedendo se stesse male e se avesse bisogno di aiuto. «Non rispondeva, dopo poco è sceso dall’auto e ci siamo messi a cercare il ragazzo», continua Basso, «quando lo abbiamo visto riverso sul prato ho sperato subito che fosse solo ferito e ho chiamato l'ambulanza».
Le speranze che il diciassette fosse ancora vivo purtroppo sono svanite subito dopo l’arrivo dei soccorritori del Suem 118 di Crespano. «Non avevo il coraggio di guardare», ripete Basso ancora sotto choc, L’automobilista, con la testa tra le mani, è rimasto tutto il tempo dei rilievi effettuati dalla polizia stradale di Castelfranco, seduto su un muretto di una casa. Preso dalla disperazione per la morte del giovane, N.A., è stato subito raggiunto da un amico. Un padre di famiglia, anche lui, che come tutte le mattine, pure ieri, stava andando a lavorare percorrendo quella strada, ora con una croce in più di una vita spezzata troppo presto, con un croce e un dolore nell’anima che resterà per tutta la vita. (v.m.)
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