Botti e petardi vietati a Capodanno Ordinanze a Treviso e Conegliano

Si allarga il fronte dei divieti: «Festeggiate in modo diverso la fine dell’anno» Motivi di sicurezza, ma anche per non far soffrire gli animali con gli scoppi

TREVISO. Il capoluogo Treviso, poi Casier e Casale lungo il Sile. E ancora Conegliano, tra i colli.

Sono i quattro Comuni che hanno adottato sin qui l’ordinanza che vieta i botti. Un provvedimento invocato non solo dal fronte animalista, ma anche da chi invocava provvedimenti. Casier addirittura li vieta per tutto il periodo delle festività, dalle 15 del 31 dicembre fino alla mezzanotte del 6 gennaio come ha puntualizzato ieri il sindaco, Miriam Giuriati. Vietati «fuochi d’artificio, mortaretti, petardi, spari, razzi e artifici pirotecnici» Un prolungamento che sarà in vigore anche a Treviso, fino all’Epifania. Sicurezza, rispetto per gli animali e anche l’emergenza ambientale di questo mese di dicembre hanno indotto le amministrazioni ad adottare l’ordinanza tanto invocata peraltro da Enpa, Lav e Lipu trevigiane.

«Non ci limitiamo all’ordinanza», hanno detto ieri il sindaco Manildo e il vicesindaco Roberto Grigoletto, al termine della giunta, dov’è stato disposto il divieto ferreo di esplosioni con i tradizionali botti. «Scatteranno anche rigorosi controlli su tutto il territorio comunale», ha aggiunto Grigoletto, assessore alla polizia municipale.

D’obbligo, al sindaco del capoluogo, una domanda sui fuochi d’artificio che il Comune rinnova quest’anno dalla torre civica. «Come già un anno fa, posso garantire che saranno usati quelli animal friendly che altre città stanno usando da anni, e cito Torino», ha puntualizzato Manildo, «ma sono anche fuochi di artificio che rispettano le delicatissima location, quella della Torre Civica».

Intanto gli animalisti non cedono e rinnovano l’appello perché anche gli altri Comuni della Marca adottino l’ordinanza antipetardi, e di iniziare ad avere un occhio di riguardo per la salute degli animali.

La campagna di sensibilizzazione lanciata dalle associazioni animaliste in tutta Italia, sin qui, ha trovato l’adesione di 850 comuni, da Nord a Sud. «Come raccontano i consueti bollettini di guerra del primo dell’anno, i botti sono pericolosi per l’incolumità delle persone e degli animali selvatici e domestici», spiega Adriano De Stefano dell’Enpa trevigiano, «Causano stress e attacchi di panico che possono provocare la morte o la fuga con varie conseguenze. Gli uccelli selvatici nel buio della notte possono sbattere o contro muri o cavi dell’alta tensione. Mentre tra gli animali domestici a soffrire di più sono i cani che in preda al panico scappano».

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