Bici da corsa, il racket dell’Est: sventata una razzia sul Menarè

TREVISO. Professionisti. Hanno iniziato a colpire solo negli ultimi due anni ma sono quelli più pericolosi, preparati, organizzati. Manodopera professionista, mirano ai grandi negozi ed ai produttori. Prima di eseguire il colpo studiano, e quando mettono in atto il piano sanno cosa prendere e come portare via la merce in poco tempo. Portano la loro firma di due maxi colpi effettuati nel capoluogo: Pinarello, 115 telai per 450 mila euro di bottino a due giorni dall’avvio del Giro d’Italia; Bici & bike (metà giugno), 70 mila euro di cicli spariti. E loro sono certamente i colpi tra Vittorio Veneto e Conegliano due giorni fa (tra cui ancora all’Euro Velo); al Sara Sport di Crocetta del Montello (15 telai, 20 mila euro); al Gemin Bike di Istrana (27mila euro in due ruote, a inizio giugno). E la lista potrebbe allungarsi di parecchio. Colpiscono duro, probabilmente su commissione e hanno già i canali di rivendita pronti. Dove? Carabinieri, polizia, vigili sono concordi: Paesi dell’Est, dall’Ucraina alla Moldavia, passando per Georgia e Paesi ex Jugoslavia dove i telai vengogo smontati e rimontati, oppure rivenduti così come sono anche via internet (c’è chi è convinto di aver trovato telai sospetti anche in un e-commerce ucraino.
I pendolari. Prendono di tutto, agiscono soprattutto di notte, nei centri storici, nei garage e nei giardini condominiali. Fuggono con le bici rubate, le stoccano in un magazzino e nel giro di qualche giorno le trasferiscono e le rivendono, oppure le smontano, mischiano e poi rivendono. Ma sempre e comunque in altre città, meglio se universitarie. A Padova, «la bici comprata, rubata» è ormai cosa comune. Specie tra studenti. E Mestre non è da meno. Rintracciare le bici? Quasi impossibile. O si intercetta subito il ladro o niente. Denunciare? «Sempre utile» spiegano gli agenti, ma meglio nel caso della categoria che segue.
Ladri «improvvisati». Rubano, ma senza grandi piani. Colpiscono in un quartiere, smerciano nella prima periferia o nei comuni limitrofi. Anche loro sottraggono di tutto, comprese le biciclette da bambino. Gli ultimi casi? Due giorni fa quando due mamme sono andate dai vigili di Treviso a denunciare la sparizione di una bicicletta parcheggiata nelle rastrelliere delle scuole elementari e della Bmx di un 13enne che era andato a trovare la mamma in negozio al Quartiere Latino, cuore della città. Ladri seriali? Non sempre, anche se tutti sperano che prima o poi salti fuori, nei meandri della città, un nuovo deposito nascosto come quello allestito da Gabrio Bertazzoni nell’interrato del Dal Negro due anni fa: 70 bici rubate.
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