Benazzi commosso «Il grande Direttore Gli dobbiamo tutto»
«È un giorno di grande dolore per l’Usl 2, per tutti noi che l’abbiamo conosciuto e abbiamo lavorato con lui». Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sociosanitaria trevigiana, piange il suo predecessore più illustre, l’uomo che peraltro lo assunse, ai distretti, sul finire degli anni ’80. E tutto il Ca’ Foncello, l’intero mondo medico e sanitario fino all’ultima sede sparsa sul territorio della provincia, rende omaggio all’uomo che ha marchiato gli ultimi 50 anni della sanità.
«Con il dottor Stellini, uomo e professionista dalle grandissime qualità, se ne va un pezzo importantissimo della storia della sanità trevigiana, di cui è stato un indiscusso protagonista per oltre mezzo secolo», continua Benazzi, «Stellini è stato colui che assieme a Vittorino Pavan è stato il padre del Ca’ Foncello. Se oggi Treviso è un riferimento a livello regionale lo dobbiamo a lui. È stato un Direttore con la D maiuscola: al Ca’ Foncello ha dato un taglio di assoluta modernità, sia a livello medico che organizzativo. A lui dobbiamo, tra le tante cose, l’avvio della collaborazione con l’Università di Padova». Sul piano umano, Benazzi sottolinea «l’intelligenza di un maestro di vita, lo ricordo con stima e affetto sincero»
E di “scuola Stellini” parla il governatore Zaia: «La scuola perde e piange il Maestro, ma i suoi insegnamenti continuano a portare limpida acqua al mulino della sanità del Veneto».Per Zaia, Stellini è stato «protagonista numero uno del Rinascimento della sanità trevigiana e veneta», ma anche «modernizzatore, gestore attento e attivo, visionario al punto di aver avviato lui la collaborazione con la facoltà di Medicina dell’università di Padova» . Il presidente della giunta veneta rievoca i suoi incontri con Stellini: «Lo chiamavo, scherzosamente ma non troppo perché era vero, Mister Sanità», dice, «Sono sgomento, ci ha lasciato improvvisamente un uomo che ha accompagnato verso la modernità e l’efficienza di oggi l’intera sanità. Mi stringo con affetto alla moglie, dottoressa Agostini, e ai figli, uno dei quali è un nostro valido collaboratore: quella di Domenico è una grande perdita, sia sul piano professionale che umano».
E infine, Zaia ricorda «lo straordinario formatore di bravi medici e bravi dirigenti che ora contribuiscono in varie parti del Veneto a mandare avanti una macchina straordinaria come la sanità, da Claudio Dario a Giorgio Roberti, da Francesco Benazzi a Giuseppe Dal Ben e Claudio Tessarin, per far alcuni esempi».
Il sindaco Mario Conte parla di «perdita enorme per la città», e definisce Stellini «persona che ha lasciato un segno profondo nella sanità di Treviso, gettando le basi in tanti anni di attività del futuro stesso della nostra struttura ospedaliera, cui ha impresso nel corso degli scorsi decenni un cambio di marcia».
Anche l’ex primo cittadino Giovani Manildo rende omaggio a Stellini: «Treviso gli dev’essere enormemente grata, consapevole di aver perduto una personalità di assoluto livello. Stellini è stato uno degli artefici di una visione con poche eguali, dando una prospettiva di eccellenza non solo all’ospedale di Treviso ma ad un intero sistema ospedaliero e sanitario», dice, «Ed è stato certamente una guida di grande carisma».—
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