Beltramello: "I miei 10 buoni motivi per cambiare"

CASTELFRANCO. “Altri 5 anni così? No grazie! 10 buoni motivi per scegliere Claudio Beltramello sindaco”. Questo il titolo del pieghevole in distribuzione in queste ore da parte del gruppo che sostiene il medico nella corsa per diventare sindaco. In 10 punti, Beltramello richiama quanto fatto dalla Lega e cosa invece farebbe la sua amministrazione di centrosinistra. Prima tra tutta la questione ospedale. «Per non disturbare i loro vertici di partito in Regione, Dussin e Marcon hanno lasciato che il nostro ospedale perdesse reparti e primari a favore di Montebelluna, tra i quali quelli importantissimi per la salute dei nostri bambini. Un esempio: chiuderà Pediatria. Il sindaco di Castelfranco deve mettersi alla guida dei Comuni della Castellana per difendere il nostro ospedale. È un’eredità che abbiamo ricevuto da politici veri e innamorati della loro comunità come Domenico e Gino Sartor che ne hanno fatto un vanto per la città riconosciuto ovunque. I bambini di Castelfranco devono avere scritto il nome della loro città nella carta d’identità». Si parla poi di edilizia scolastica (evidenziando le carenze delle scuole castellane), di piste ciclabili e sicurezza, di urbanistica, dove viene citato il caso della cartiera. «Il lavoro per noi è una priorità vera. Favoriremo l’insediamento di nuove aziende dicendo basta alla burocrazia, con sconti fiscali per chi riutilizza capannoni vuoti, favoriremo le imprese innovative e promuoveremo l’incontro tra aziende e scuole per dare lavoro ai nostri giovani». Si parla dei servizi persi in città (camera di commercio, tribunale, agenzia delle entrate, stazione di rilevamento Arpav). Si parla di case popolari, di unione dei Comuni e di ascolto ai cittadini. Si parla di mura e viabilità. «Ci impegniamo a decidere insieme alla gente perché Claudio sarà il sindaco di tutti», conclude il volantino-appello, «ascolteremo ogni singola persona, imprenditore, commerciante e artigiano, associazione e comitato, e sapremo prendere decisioni che saranno nell’interesse di tutti e non di pochi privilegiati». (d.q.)
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