Battesimo per 21 adulti «Cristiani consapevoli»

Diventare cristiani a venti, trenta o a cinquant'anni compiuti nella notte di Pasqua. Per qualcuno insieme al proprio fratello, alle sorelle, al marito o alla moglie e a un figlio. Sono ventuno i catecumeni che riceveranno questa sera in Duomo il Battesimo dal vescovo Gianfranco Agostino Gardin, durante la solenne celebrazione della Veglia pasquale. E insieme gli altri due sacramenti dell'iniziazione cristiana, la Comunione e la Cresima.
Tra i battezzandi ci sono anche quattro giovani italiani e diciassette cittadini immigrati in arrivo da Albania, Ghana, Nigeria, Burkina Faso e Costa d'Avorio. Per otto di loro il sì alla fede cristiana sarà vissuto in "formato famiglia". Perché è la prima volta tra i catecumeni adulti in diocesi che interi gruppi familiari si presentano all'altare insieme. E pure numerosi.
Così sarà per Giulia, Laura ed Enrico Borghetto, tre fratelli di Villorba. Giulia, la più giovane ha 22 anni ed è studentessa di Scienze ambientali, Laura di 25 anni è infermiera in una casa di riposo ed Enrico, il fratello maggiore trentenne è vigile del fuoco.
La decisione di abbracciare la fede cristiana è cresciuta insieme a loro. Per le due ragazze, Giulia e Laura, la scelta di battezzarsi ha cominciato a farsi strada poco dopo la terza media, quando entrambe hanno iniziato a dare una mano in parrocchia come animatrici dei Grest: «I nostri genitori quando siamo nati avevano deciso di lasciarci liberi di scegliere il battesimo», dice Giulia. «Eppure abbiamo sempre frequentato la parrocchia. Fin da piccoli non siamo mai stati lontani dalla chiesa anche se non eravamo battezzati. E adesso la nostra è una scelta consapevole e libera. Diventare cristiani oggi, da adulti, significa credere in quello che si fa. Personalmente dico che ho scelto questa strada e la porterò avanti».
A ricevere il battesimo in cattedrale c'è un'altra famiglia, stavolta originaria della Costa d'Avorio: il padre Akoly Djigo, la madre Sandrine e la loro figlia diciottenne, Anne Christelle, la più giovane nel gruppo dei catecumeni.
Sull'altare anche una giovane coppia di sposi albanesi: Erlind ed Eltjona Muca.
Tra i più giovani battezzandi un altro ragazzo trevigiano anche lui ventenne, Alvise Rossato di Mogliano.
Tra i battezzandi di cittadinanza non italiana in sei arrivano dall'Albania, il gruppo più numeroso. Cinque i battezzandi ghanesi che sono stati invece seguiti da un sacerdote in arrivo dal Ghana, don Michael, in servizio nella diocesi di Treviso. Per poter diventare cristiani tutti hanno partecipato ad un percorso di preparazione nelle parrocchie di provenienza. Il primo passo per l'ammissione al catecumenato. Il vescovo Gardin li ha già incontrati tutti in occasione del momento che la Chiesa chiama "dell'elezione": «Il percorso di fede per ciascuno varia da storia a storia», spiega don Federico Gumiero, direttore dell'Ufficio catechistico della diocesi di Treviso. «L'ultima parte della preparazione non deve essere inferiore ad un anno. Viene fatta da ciascuno nelle parrocchie di provenienza, accompagnati da un catechista.
Nel cammino verso il battesimo, i catecumeni fanno già parte della comunità cristiana. E quest'anno sono numerosi. Erano dodici l'anno scorso. Otto due anni fa. Come dice Papa Francesco: sono il segno di una chiesa viva, che è madre. E genera nuovi figli».
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