Basf: noi investiamo a Treviso
Ricerca sì, delocalizzazione no: la multinazionale sceglie la Marca

La sede trevigiana della Basf gruppo multinazionale della chimica
«Siamo orgogliosi di Treviso ed è qui che restiamo». La dichiarazione è di Erwin Rauhe, amministratore delegato della Basf Construction Chemicals Italia, che non lascia indifferenti in tempi di delocalizzazioni. La multinazionale della chimica conferma senza riserve la sede trevigiana, dove progetta e produce prodotti chimici per l'edilizia con un fatturato di 106 milioni di euro.
«I ricavi sono rimasti stabili nel 2010, segno incoraggiante per i nostri conti che vantano però un aumento dei margini e dell'utile - commenta il direttore generale di Basf CC Alberto Arnavas - Guardando com'è andata per il resto del comparto edilizio possiamo dirci soddisfatti. La differenza la fa il nostro centro di ricerca che ha sede a Treviso e dove operano 35 specialisti in grado di sfornare decine di nuovi prodotti l'anno che vengono poi commercializzati in tutto il mondo. Ecco perché restare è la scelta migliore: riusciamo a competere mantenendo la leadership di mercato e producendo in un sito sul quale abbiamo investito forte negli ultimi anni». A trarre le conclusioni sono stati i massimi vertici della multinazionale che appartiene alla capogruppo Basf (colosso con un giro d'affari di 63 miliardi di euro nel mondo e oltre 100 mila dipendenti) presenti ieri alla giornata che ha visto la fabbrica (ex Mac) aprirsi alla città. «La chiave è il nostro centro di ricerca internazionale e ci consente di sviluppare meglio nuovi prodotti e applicazioni innovative, tra cui nuove soluzioni utilizzate nella costruzione delle gallerie», conferma Arnavas dalla fabbrica trevigiana. Lì lavorano 190 dipendenti, lontani col pensiero da delocalizzazioni come quello operate nella Marca da Pepsi e Datalogic, ultime in ordine di tempo. «La vera differenza tra noi e i nostri competitori è appartenere a un grande gruppo che ci assicura finanza, materie prime a costi contenuti e una rete commerciale e produttiva che non ha praticamente confini. Una solidità che gioca a favore dello sviluppo di Treviso».
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