Bandiera veneta, Raixe fa causa al Berto
Caso Serenissima, richiesta danni alla preside: «Violata la libertà d'insegnamento»

Una bandiera della Serenissima sventolata in una piazza della Marca
MOGLIANO.
Fece togliere il
leon
e bacchettò il prof di religione, «reo» di aver parlato in classe di Repubblica Serenissima. Ora l'associazione Raixe Venete, tramite l'avvocato Matteo Mion, chiede i danni alla preside napoletana del liceo Berto. E' stata spedita la richiesta di risarcimento per la «lesione di quel diritto inviolabile della persona che è quello alla libertà di insegnamento».
Il caso, che tenne banco nel dibattito politico dello scorso fine aprile, è pronto a sbarcare in tribunale. A portarlo davanti al giudice è Raixe Venete, l'associazione che «si batte per la valorizzazione e la diffusione della cultura, della storia e della lingua venete». Lo scorso febbraio, durante una lezione al liceo Berto, il prof di religione Andrea Bonesso stese in aula il vessillo della Serenissima chiedendo ai suoi allievi di tradurre la frase latina «pax tibi Marce evangelista meus». La lezione sulla storia della repubblica veneta non finì al suono della campanella. I ragazzi chiesero al prof di tenere il vessillo e lo appesero in classe. La preside Carla Iorio, informata da altri insegnanti, invitò a togliere il leon dalle pareti dell'aula e chiese spiegazioni al prof. Per la scuola, la vicenda era finita in un cassetto. A riaprire il caso fu ad aprile Federico Caner, capogruppo regionale del Carroccio. Ne fece una battaglia politica. «Numerosissimi - riferisce l'avvocato Matteo Mion - furono allora gli attestati di stima e solidarietà arrivati da studenti e genitori al prof, colpevole di aver allargato la lezione dal Vangelo allo storico gonfalone veneto». A indagare sulla vicenda, che vide protagonista di una puntata anche un gruppo di venetisti all'«assalto» del liceo, arrivarono gli ispettori del Ministero. Quindi i riflettori si spensero. Ma Raixe Venete non manda la vicenda in soffitta e torna alla carica con una richiesta di risarcimento dei danni morali indirizzata alla direzione dell'istituto. Non c'è ancora una cifra. «Ma provvederemo quanto prima a metterla», annuncia Mion. E il presidente di Raixe Veneta, Davide Guiotto, affonda: «Perchè censurare più di 1.100 anni di storia di una Repubblica che per secoli è stata faro di civiltà ed esempio di buon governo, ammirata e rispettata da tutto il mondo? Storia, lingua e tradizioni sono per noi valori positivi su cui costruire il futuro. Non sono certo strumenti di chiusura, ma anzi di dialogo con un mondo sempre più globalizzato». (a.d.m.)
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