Banda delle rapine Verso il processo ventenne di Loria

LORIA. C’è anche un 20enne di Loria tra gli indagati che potrebbero andare a processo insieme a Christian Visentin, 36enne di Cittadella, soprannominato il Ciccione e ancora il Panson o Mauro. Alle...
Di Cristina Genesin

LORIA. C’è anche un 20enne di Loria tra gli indagati che potrebbero andare a processo insieme a Christian Visentin, 36enne di Cittadella, soprannominato il Ciccione e ancora il Panson o Mauro. Alle spalle una sfilza di precedenti per detenzione di stupefacenti, minacce, tentato omicidio e detenzione di armi (per quest’ultima accusa ha collezionato una condanna a 8 anni di carcere): era lui il capo indiscusso della banda per metà ancora dietro le sbarre, per l’altra metà sottoposta a più lievi misure restrittive della libertà personale. Una banda che ora rischia di finire a processo.

I componenti. Spadroneggiavano nell’Alta Padovana senza risparmiare incursioni fuori provincia tra Treviso, Vicenza e Ferrara, mettendo a segno (o tentando di farlo) colpi in banche e gioiellerie, rubando dove capitava (dalle abitazioni dei privati alle auto in sosta), spacciando droga. E bene attenti a non essere controllati. Sempre Visentin era così consapevole del rischio da pedinare i carabinieri per individuare le “auto civetta”, quelle impiegate per le indagini senza segni distintivi. E da coltivare un’autentica ossessione per le bonifiche dei veicoli a bordo dei quali conversava con i suoi sodali decidendo obiettivi e strategie. È andata male: alcuni gps, piazzati e mai scovati, hanno consentito la raccolta di prove schiaccianti. Ora a tempo di record (alcuni arresti erano scattati lo scorso giugno) il pubblico ministero ha chiuso l’inchiesta, atto preliminare alla richiesta di mandare tutti a giudizio. Finiranno sul banco degli imputato oltre a Visentin (detenuto a Verona), i vertici dell’organizzazione Paolo Paralovo, 45 anni di Berra in provincia di Ferrara (detenuto a Padova); Davide Cavazza, 42 di Loreggia (detenuto a Vicenza); Orlando Daris, 41 anni, noto esponente di una famiglia sinti come altri indagati, residente nel Vicentino a Tezze sul Brenta (detenuto a Rovigo); Laura Didonè, 31 anni di Galliera Veneta e Ketty Ruffato, 32 di Cittadella (entrambe sottoposte all’obbligo di dimora nel Comune), la prima amica e la seconda moglie di Visentin: tutti sono chiamati a rispondere di associazione a delinquere. Posizioni più defilate, pur accusati a vario titolo di rapine (tentate o consumate), ricettazione di orologi di lusso, furto, detenzione e spaccio di cocaina, minacce, incendio ed esplosioni, per Andrea Scalco, 37 anni di Cittadella (arresti domiciliari); Domenico Vitiello, 49 anni di Ferrara (divieto di dimora nel Padovano); Andrea Marcon, 30 anni di Cittadella (obbligo di dimora nel Comune); Manuel Boaro, 20 anni di Loria nel Trevigiano (indagato in stato di libertà) e Charli Gabrieli, 29 di Galliera Veneta (obbligo di dimora).

I bersagli. Le rapine sono state messe a segno il 16 febbraio 2015 nella filiale Monte dei Paschi di Siena a Cittadella (50 mila euro); il 30 marzo nella gioielleria "Cinzia" nel Ferrarese a Mirabello (tentata); il 22 aprile nel Credito Valtellinese a Cittadella. Ampia la serie dei furti: il 29 aprile auto (a Tezze sul Brenta) e attrezzi da lavoro (a Castello di Godego); tra maggio e agosto altri furti di auto come in una casa a Resana.

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