Baby-squillo, nuove verità tre clienti dopo la scuola

«Non sapevo che mia figlia si prostituisse, pensavo che a quegli uomini facesse solo dei massaggi». Così si era difesa la mamma della baby-squillo di 16 anni che, dopo la scuola, riceveva i clienti in casa, in un appartamento del circondario trevigiano. E così la donna, 45 anni, dipendente di un supermercato, tornerà a difendersi davanti alla Corte di Cassazione presso cui, qualche settimana, fa ha depositato ricorso contro la sentenza di Appello che l’aveva condannata a 4 anni e 6 mesi di reclusione per favoreggiamento della prostituzione minorile.
La vicenda trevigiana, caso-fotocopia rispetto a quello delle «lolitine» dei Parioli che sta tenendo banco sulle cronache nazionali in questi giorni, era venuta alla luce nel febbraio dello scorso anno, al termine di una delicata indagine della Squadra Mobile. I poliziotti, dopo una serie di intercettazioni e dopo aver interrogato i clienti fermati sotto la casa della ragazzina, arrestarono la madre. Una storia che nella Marca fece clamore - anche per i nomi di spicco di alcuni clienti, - e di cui ora emergono nuovi, inquietanti aspetti. Come il fatto che la ragazzina si prostituisse non occasionalmente, ma abitualmente tutti i pomeriggi dopo la scuola o come l’uso che faceva di cocaina e che lei ha ammesso soltanto a distanza di mesi dall’epilogo giudiziario.
«Massaggiatrice, 19 anni, appuntamento solo dalle 17 alle 21».Questo il messaggio con il quale la sedicenne adescava i clienti mostrandosi in foto seminuda e con il volto coperto. La ragazzina riceveva dopo la scuola, nell’appartamento di tre stanze che condivideva con la madre. Il tariffario: 60 euro per un rapporto orale, 100 per un massaggio erotico, niente rapporti sessuali completi. C’è chi insiste per ottenerlo, come fa un cliente il 18 dicembre 2012: «È una cosa tassativa o si può parlarne?». Lei spiega che è tassativa. Lui torna alla carica: «Sono anche un bell’uomo...». Lei, categorica: «Non me ne frega». La giovane lavora moltissimo: «Ho sempre continuato a ricevere tre clienti al giorno». La sedicenne lavora a domicilio: «Ricevevo il cliente in reggiseno e mutande e con un vestito indosso, prendevo subito i soldi, poi gli chiedevo di andare a lavarsi in bagno e nel frattempo, velocemente, consegnavo tutto il denaro a mia madre che era sempre presente quando vi erano gli incontri. All’ingresso del cliente si nascondeva dietro un angolo della cucina».
Il ruolo della mamma. Stando alla ricostruzione fatta dalla ragazzina agli inquirenti, la madre era al corrente di tutto. «Ho cominciato a prostituirmi a maggio», ha riferito la giovane in sede di interrogatorio, «In casa c’erano grosse difficoltà economiche, non si riusciva a pagare le bollette». La sedicenne - stando agli atti di indagine - propose alla madre di iniziare tale attività e dopo un iniziale rifiuto, la donna diede il suo assenso. Non solo: era la mamma, secondo gli investigatori, che prendeva gli appuntamenti per la figlia quando la ragazza era a scuola invitando l’interlocutore a richiamare, a passare in un determinato orario o addirittura spacciandosi per la figlia dopo aver cambiato il tono della voce. E lei, secondo la dichiarazione della minore, era sempre in casa durante gli incontri sessuali. La difesa, rappresentata dall’avvocato Fabio Crea, parte proprio da qui per il ricorso in Casssazione: la donna, sostiene il legale, al pomeriggio lavorava al supermercato e rientrava la sera all’ora di cena, impossibile pertanto fosse in casa. Falso anche che fosse lei a ricevere le telefonate: la donna al telefono si presentava come un’amica della baby-squillo e non c’è alcuna prova che si trattasse invece della madre.
La droga. È l’aspetto nuovo, emerso a distanza di tempo, rivelato dopo che la sedicenne è stata ospitata in una comunità di accoglienza. Un’educatrice ha riferito che la ragazzina ha detto di consumare sostanze stupefacenti quasi quotidianamente e che il denaro guadagnato con la prostituzione era utilizzato proprio per acquistare la droga: marijuana, ma anche cocaina e Md.
I clienti intercettati.Molti nomi noti, tra gli altri: un graduato del 51°Stormo dell’Aeronautica di Istrana, un commercialista titolare di un prestigioso studio con incarichi di controllo in importanti aziende del territorio, il manager di una società immobiliare del centro, un geologo della Sinistra Piave, un calciatore di serie D.
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