«Baby gang? Bande di ragazzini capaci di ogni cosa». Il nostro viaggio tra i residenti del centro
Piazza Pio X a Treviso è stata il teatro dell’ultima rapina messa a segno da un bullo alla fermata del bus. L’esasperazione dei residenti e dei commercianti: «Un problema che finora è stato sottovalutato»

La tensione ha raggiunto livelli insostenibili. Dopo l’ennesimo episodio di violenza messo in atto dalle baby gang che gravitano nel centro, residenti e commercianti del quadrante di piazza San Pio X alzano la voce.
Un problema sottovalutato
«Quello delle baby gang è un problema enorme che però è stato sottovalutato dall’amministrazione» sostiene Massimo Dorpetti, frequentatore dell’area e residente nella vicina piazza Pola. «Al sindaco l’avevo detto ancora un anno fa – incalza – e all’epoca mi rispose che sono ragazzi che si divertono. I fatti c’erano già, ancora non c’era scappato il morto ma era solo questione di tempo, inevitabile che accadesse».
Il riferimento va all’omicidio di Francesco Favaretto, nella vicinissima via Castelmenardo. «Adesso però lo abbiamo visto, questi ragazzi rapinano, accoltellano, uccidono – prosegue Dorpetti –. Il problema è esploso e le autorità devono tutte correre ai ripari. Perché le baby gang ormai controllano intere parti della città, e questo non è solo il mio pensiero ma anche quello di tanti trevigiani».
Non solo percezione
«Spiace quando il sindaco Mario Conte parla di percezione delle persone. Questa impressione trova un concreto riscontro in ciò che accade. Non ci sentiamo tranquilli alla luce di questi episodi, che sono sempre più frequenti» obietta Giampaolo Gasparetto, noto come la sentinella del quartiere. «C’è inquietudine e ansia – aggiunge – e questi fatti assumono un tono drammatico a Treviso, che è sempre stata una città tranquilla, attenta al benessere della comunità e dei cittadini».

Gasparetto ribadisce i punti sui quali residenti e commercianti del quadrante di piazza Pio X pretendono risposte. «Ancora a fine agosto, avevamo chiesto l’installazione di una telecamera di videosorveglianza pubblica all’incrocio tra via Garbizza e via Bagattino dove, oltre ai rifiuti non correttamente smaltiti e alle bici abbandonate, assistiamo a schiamazzi fino a tarda sera».
Un’altra telecamera pubblica era stata chiesta tra vicolo Avogari e via Castelmenardo. «Il sindaco dice che ci sono le telecamere dei privati. Vero, ma se non funziona o un cittadino per ragioni di privacy non vuole cedere il filmato? – incalza Gasparetto – Ad oggi, non abbiamo avuto nessun tipo di garanzia sull’installazione e con molta tristezza e rammarico rimaniamo in attesa. Di certo si tratta di vie secondarie rispetto, ad esempio, a via D’Annunzio. Ma rimangono comunque oggetto di episodi pericolosi e frequenti».
Oggetto di attenzione pure l’ex Eca, dopo lo spostamento della mensa e degli alloggi sociali: «La creazione dello studentato che noi residenti tanto attendiamo al momento è solo un proclamo». Focus pure sui negozi sfitti della piazza e sulla riqualificazione dell’illuminazione pubblica cittadina.
«Non vogliamo fare le poliziotte»
Dal canto loro, gli esercenti della zona selezionano i clienti ma spesso questo non basta: «Vogliamo lavorare, non fare le poliziotte» afferma Clizia Di Labio, socia del bar OstiNate in via dei Dall’Oro. «Al momento, per fortuna, siamo in un’isola felice e abbiamo curato una clientela tranquilla e variegata. Ma il timore che i nostri frequentatori si spostino c’è sempre».
Del resto le baby gang non passano inosservate: «Poco prima della rapina sono entrati alcuni ragazzini stranieri – raccontano dal panificio Nonsolopane – Hanno preso due pizzette e hanno fatto un po’ di confusione, sono usciti e poi rientrati, i clienti erano infastiditi. Abbiamo chiamato i rangers che hanno avvisato le forze dell’ordine».
Una presenza costante, quella delle bande, che non sfugge e semina un senso di insicurezza nel quartiere.
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