Azioni sopravvalutate di quasi l’80% Una perizia accusa Consoli e i vertici

Tra il 2012 e il 2014 quando si attestavano su un valore medio di mercato di 39 euro con punte di 40, le azioni di Veneto Banca valevano in realtà tra il 77 e il 79 per cento in meno. E più precisamente 9.11 euro nel 2012, 9.19 euro nel 2013 e 8.04 euro nel 2014. Un’ingiustificata sopravvalutazione media dei titoli di 31 euro che, secondo la procura, trova in Vincenzo Consoli e altri 7 manager i responsabili di associazione per delinquere e truffa ai danni di migliaia di clienti dell’ex Popolare di Montebelluna. A stabilirlo, con una consulenza, ordinata dalla procura della Repubblica, e depositata nei giorni scorsi, è stato un docente universitario, il professor Angelo Miglietta, ordinario di economia e management allo Iulm di Milano.
azioni sopravvalutate del 79%
La perizia, destinata a fare parte degli atti del processo, una volta che verranno riuniti i vari filoni d’inchiesta, era stata ordinata dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli, che con la collega Gabriella Cama si occupa del caso giudiziario di Veneto Banca, dopo che nel procedimento per truffa e associazione per delinquere erano confluite le inchieste delle procure di Verbania e di Potenza che, oltre ad indagare i vertici dell’ex Popolare, avevano messo sotto inchiesta anche i vari direttori di filiale che avevano venduto i titoli a migliaia di clienti.
direttori di banca estranei
Ora, alla luce della consulenza che conferma l’ipotesi accusatoria, la procura si appresta a rinotificare l’avviso di conclusione delle indagini a Consoli e agli altri 7 manager indagati mentre per i direttori di filiale il pm De Bortoli chiederà l’archiviazione. I vertici di Veneto Banca, per i pm, erano gli unici consapevoli che le carte erano taroccate e che il valore di mercato delle azioni di Veneto Banca erano sopravvalutate “per non creare sfiducia tra i soci”.
otto indagati per truffa
Insieme a Consoli sono indagati in questo filone d’inchiesta i dirigenti Mosè Fagiani, all’epoca condirettore generale e responsabile area commerciale, Renato Merlo, responsabile della “Direzione centrale Pianificazione - Controllo”, Stefano Bertolo, prima responsabile della Direzione centrale Amministrazione e successivamente dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Massimo Lembo, responsabile della Direzione centrale “Compliance”, Cataldo Piccarreta, direttore area “Mercato Italia”, il dirigente Giuseppe Cais e il funzionario Andrea Zanatta. Secondo la procura gli otto indagati avrebbero messo in piedi «un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione, mediante induzione in errore del personale dipendente di Veneto Banca e altre società del gruppo, di una serie indeterminata di truffe aggravate concernenti la vendita, a condizioni inique, di titoli azionari e obbligazionari, avvalendosi della struttura organizzativa delle società che veniva di fatto asservita alle finalità illecite perseguite dagli aderenti al sodalizio criminoso». In particolare Consoli viene descritto come «promotore e capo dell’associazione per delinquere», mentre gli altri «agivano quali organizzatori in funzione delle funzioni apicali rivestite all’interno dell’istituto bancario».
cda raggirato
Secondo i magistrati gli otto avrebbero in sostanza raggirato il consiglio di amministrazione e l’assemblea dei soci convincendoli a mantenere alto il valore delle azioni «sulla base di pianificazioni aziendali non disciplinati da alcuna regolamentazione interna e completamente accentrate nelle strutture di vertice, sulla base di dati di bilancio e previsionali non corrispondenti alla realtà, eccessivamente ottimistici, irragionevoli e inattendibili». Non solo. Avrebbero occultato «ai consiglieri di amministrazione e ai soci la reale situazione patrimoniale e finanziaria della società, approfittando della insufficiente attività di controllo del collegio dei sindaci e dalla società incaricata della revisione dei bilanci». Ora gli indagati avranno tempo per presentare al pubblico ministero memorie difensive. Non è escluso che in questa fase, la lista degli indagati possa anche essere leggermente scremata.
Ad aprile il processo a consoli
Nel frattempo Consoli sarà processato dal collegio del tribunale di Treviso per i reati di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto a partire dall’udienza di sabato 10 aprile in un procedimento sul quale pesa l’ombra di una prescrizione imminente. —
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