Avvistato un altro capriolo albino «Non è lo stesso di Conegliano»

la scoperta
Sul Montello c’è una femmina di capriolo albina ben inserita in un branco di suoi simili. A fotografarla mediante una fototrappola, posizionata all’interno di una dolina in territorio di Nervesa, è stato Andrea Serena guida naturalistica e appassionato fotografo della natura. «Tempo fa mia sorella mi aveva segnalato di avere intravisto nel bosco qualcosa che le sembrava un ungulato bianco (un cervo, un daino o appunto un capriolo, ndr) nella zona, così ho posizionato la foto trappola», spiega Serena.
L’apparecchio ha scattato foto per qualche giorno e ieri il giovane appassionato di natura ha visto i risultati che sono molto interessati.
«Si tratta di una femmina albina che vive a stretto contatto con altri suoi simili di colore normale. Il fatto è abbastanza inconsueto perché i branchi tendono di solito a respingere gli individui bianchi, poiché il loro colore rende difficile il mimetizzarsi e quindi rende tutto il gruppo più facilmente alla portata dei propri predatori. Nel Montello non ci sono nemici naturali dei caprioli, ma di solito il loro istinto li porta comunque ad escludere gli albini», continua Serena.
Un altro aspetto delle foto “rubate” agli ungulati è invece un interessante segno del periodo speciale in cui viviamo. «La dolina dove è stata avvistata la femmina albina di capriolo è ben nascosta, ma molto vicina ad alcune abitazioni. Anche gli animali hanno i loro orari dettati dall’istinto di nascondersi dall’uomo, ma alcune foto li ritraggono allo scoperto in momenti della giornata per loro inconsueti. Probabilmente la nostra assenza per il periodo di quarantena permette loro di riprendersi alcuni spazi», prosegue il giovane nervesano.
Nei mesi scorsi erano stati avvistati due caprioli albini sui colli di Conegliano, ma Serena non pensa che la femmina di Nervesa sia una di loro. «Non vedo il motivo per cui sarebbe dovuta scappare fin qui, poi va anche detto che quelli sembravano esemplari solitari mentre lei vive in gruppo», conclude la guida naturalistica. —
Gino Zangrando
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