Auto fuorilegge o rubate, primi varchi leggi-targa: a Treviso 149 telecamere

TREVISO. Sicurezza, nuovo giro di vite della giunta del sindaco Giovanni Manildo: il Comune attiverà nove postazioni fisse, lungo le strade di maggiore percorrenza, che avranno alla loro sommità varchi elettronici capaci di leggere le targhe degli autoveicoli in transito, ma con più precisione dei Targa-System portatili in dotazione ai vigili. Ieri la posa del primo varco, in viale Vittorio Veneto. Il progetto si chiama Eplate: questi 9 varchi nulla hanno a che vedere con quelli, 8, che in primavera verranno installati a tutela delle zone a traffico limitato (Ztl) del centro. E nemmeno con le ormai 132 telecamere fisse per la sicurezza attive nel capoluogo. In tutto, ad oggi, 149 occhi puntati sulla città.
Il sistema Eplate. Questi varchi-telecamere di ultima generazione segnaleranno immediatamente alla centrale della polizia municipale, guidata dal comandante Maurizio Tondato, tutte le targhe “sospette” in circolazione, che nelle banche dati di carabinieri e polizia a disposizione dei vigili risultano cioé appartenenti a mezzi rubati o a persone ricercate. Ma gli occhi elettonici del sistema Eplate segnaleranno ai vigili anche gli autoveicoli privi di copertura assicurativa o con revisione scaduta, e così la più vicina pattuglia potrà fermarli. Insomma, si tratta di un massiccio potenziamento della filosofia del Targa-System, per il quale fino a oggi i vigili di Treviso avevano a disposizione solo il dispositivo portatile, da usare in pattuglia, e quindi un uso più limitato rispetto alle postazioni fisse.
Le nove postazioni. Ecco la localizzazione dei varchi “leggi targa”: sul Terraglio all’altezza del Giorgi, in via de Coubertin a Santa Bona, in viale IV Novembre, in viale Montegrappa, in viale Europa, sulla Noalese all’altezza via Cattaneo. Poi ci sono tre postazioni già presenti ma che avevano telecamere di vecchia generazione, da sostituire, poiché la nuova rete di sensori di lettura delle targhe da installare nel territorio verrà realizzata, dove possibile - in questo caso tre volte - attraverso la sostituzione delle telecamere di videosorveglianza già esistenti, e quindi verranno utilizzati pali di illuminazione, portali o altro già presenti nelle zone prescelte. In questo caso: sul Terraglio all’incrocio di via Pindemonte, appunto in viale Vittorio Veneto e in viale della Repubblica, all’incrocio con via Ellero. E questo è solo il primo passo di un progetto nato (e carezzato da tempo) dalla centrale operativa del comando di via Castello d’Amore, subito sposato da Tondato: «Il suo futuro è infatti quello di entrare, in seconda battuta, in interconnesione con le altre forze dell’ordine», dice Tondato, «che potranno servirsene», mentre ora mettono a disposizione dei vigili solo la lista delle targhe sospette; ma l’obiettivo è anche quello di coinvolgere i Comuni della cintura urbana.
Telecamere fisse tradizionali. Prima con le amministrazioni leghiste di Gentilini e Gobbo, poi con quella di Manildo, il diffondersi delle telecamere per la sicurezza a Treviso non ha conosciuto soste negli ultimi dieci anni e più. E così ad oggi le postazioni fisse dentro e fuori le mura, in centro e nei quartieri, sono ormai 61 per un totale però di 132 telecamere (una postazione ne può infatti avere anche 3). Con la giunta Manildo le postazioni installate dal 2013 ad oggi sono ormai già 11. E si procederà di questo passo, per vigilare sulle zone più a rischio. Una delle ultime telecamere, quella a ponte San Martino contro le baby gang di via Roma.
Controllo di Vicinato. Ma per la sicurezza non ci sono solo telecamere e varchi: oltre agli occhi elettronici, ci sono anche quelli di commercianti e residenti che hanno deciso di partecipare al progetto Controllo di Vicinato. La più recente sottoscrizione mercoledì sera: è stato formalmente costituito il gruppo di Controllo di Vicinato nel quartiere di Selvana e più precisamente nelle vie Gandino, Alpini e Fapanni. Hanno aderito al programma ben 22 famiglie, e così ieri sono stati installati gli appositi segnali di “Zona Controllo di Vicinato” a Selvana, ma anche in Strada del Mozzato, via Pasteur, via Grave di Papadopoli.
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