Arrivano i sinti, protesta in via Bindoni a Treviso

Treviso. Due roulotte fra gli alloggi Ater dopo lo sgombero da Padova, vicesindaco Grigoletto costretto alla trattativa con i giostrai
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO CASA ATER X NOMADI IN VIA BINDONI
ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO CASA ATER X NOMADI IN VIA BINDONI

TREVISO. I giostrai arrivano con due roulotte nelle case Ater di via Bindoni, dopo essere stati sfrattati dal campo nomadi di San Martino di Lupari, e scoppia il caos. Da un lato i residenti, che appena vedono la carovana escono in strada e, pur senza alzare le barricate, mostrano ai vigili (che da San Martino di Lupari hanno scortato i giostrai) tutto il loro disappunto. Dall’altra parte i giostrai stessi, infuriati con il Comune: i servizi sociali avevano promesso un alloggio “di sgancio”, cioè di emergenza, ma le case Ater a loro destinate non sono abitabili (manca tutto: acqua, energia elettrica, gas, infissi).

In mezzo, il vice sindaco Roberto Grigoletto, impegnato ieri sera in una complicatissima trattativa per trovare una soluzione senza scontentare nessuno. La vicenda è anche un incidente diplomatico fra i servizi sociali di Treviso e San Martino di Lupari: i giostrai sono arrivati nella Marca perché la famiglia Cavazza risulta residente a Treviso. Ma la polizia locale non era stata informata. Ieri sera un’ora di faccia a faccia con i giostrai, di etnia sinti («Non chiamateci “rom”: siamo italiani con le giostre» spiegano loro) si è chiuso con il permesso di rimanere in via Bindoni con le roulotte parcheggiate sulla pubblica via finché gli operai del Comune, stamattina, non abbatteranno il muretto dell’alloggio Ater a loro destinato, in modo da parcheggiare i mezzi all’interno del giardino eliminando il disagio ai residenti. Insomma, un rompicapo che ieri sera è stato risolto solo in parte.

Grigoletto ha dovuto sudare sette camicie per convincere non solo i cinque sinti arrivati dal Padovano, ma anche i numerosi parenti e amici che li hanno raggiunti per fare pressione sul vice sindaco. I residenti sono stati convinti (relativamente) in fretta: «Non siamo contenti - spiega una coppia - ma ci hanno promesso che almeno sposteranno le roulotte».

La discussione con i sinti è stata vivace, a tratti tesa. «Tra i giostrai arrivati c’è una famiglia con tre minori, l’obiettivo è tutelare i bambini», spiega Grigoletto, che per placare le polemiche con i residenti aveva proposto ai giostrai anche una sistemazione temporanea in albergo (rifiutata). «Hanno accettato di dormire in roulotte finché Ater non sistemerà l’alloggio», continua Grigoletto, «con i residenti sono sicuro che non ci saranno problemi».

Gli stessi protagonisti della vicenda dopo l’accordo raggiunto hanno spostato i loro mezzi per non dare fastidio agli altri residenti. Ma hanno più volte sottolineato di volere gli alloggi pronti subito: «Abbiamo bambini piccoli» spiega uno dei giostrai «non possono dormire sempre in roulotte.

A San Martino di Lupari avevamo comprato il terreno e ci hanno sfrattati senza un motivo. Ci hanno spediti qui e ci troviamo in una casa senza acqua, luce, riscaldamento. Senza porte e finestre. Siamo esseri umani pure noi». Stamattina nuovo capitolo della vicenda, con l’impegno del Comune ad abbattere il muretto e a rendere abitabile l’appartamento.

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