Antonio, 60 anni «Si avvera il sogno della maturità»

TREVISO. La voglia di studiare non va mai in pensione. Anche se il sogno di stringere tra le mani un diploma si realizza a sessant’anni compiuti. Antonio Cadamuro, classe 1954, studente della 5ª Tecnico dei sistemi energetici del corso serale all’Ipsia Giorgi Fermi, ha appena archiviato le prove scritte della maturità ed è ora pronto a concludere con l’orale la partita dell’esame di Stato.
Il conto in sospeso con la scuola si è ripresentato nella sua vita due anni fa. Quando, già pensionato, ha deciso di non mollare il sogno di una vita. Riaprire di nuovo i libri e ottenere il diploma: «Finalmente mi sono trovato in pensione», racconta Antonio, «avevo il tempo e ho capito che non dovevo più tergiversare. Era giunto il momento di decidere se realizzare oppure abbandonare per sempre il mio sogno».
Eppure con il lavoro lo studente più maturo del Giorgi non ha ancora voltato pagina. Ad oggi continua la sua attività come libero professionista nel suo studio di disegno tecnico avviato da vent’anni. Ma da ragazzo Antonio i libri li aveva dovuti chiudere troppo presto. Due anni dopo la terza media, una volta ottenuto un diploma professionale di disegnatore meccanico. Nonostante una pagella da dieci e lode e la buona volontà di frequentare un liceo: «Ho dovuto interrompere gli studi per problemi familiari. Mio padre aveva avuto un grave incidente stradale che gli è costato la perdita del lavoro. In famiglia eravamo tre figli. E come unico reddito la pensione di invalidità di papà. Così ho dovuto scegliere una scuola professionale che ho concluso dopo due anni immergendomi subito nel mondo del lavoro».
Il primo impiego come disegnatore meccanico arriva nel 1970 a Milano presso la Tycon, che era pronta ad aprire il primo stabilimento per la lavorazione dell’acciaio in Veneto. Da lì la strada è poi stata tutta in salita: «Ho sempre lavorato negli uffici tecnici di grandi aziende che si occupavano di progettare componenti per gli impianti di industrie chimico-farmaceutiche e petrolifere. Il mio compito era disegnare parti di impianti, da quelli di distillazione fino ai condensatori e serbatoi. Si lavorava per multinazionali come Enichem, Montedison, Roche, Sandoz e Lepetit. Poi, vent’anni fa, poi ho aperto il mio studio di progettazione a San Biagio».
Eppure con tanto di professionalità e lavoro tra le mani il desiderio di tornare a scuola non ha mai smesso di bussare alla porta. A convincerlo stavolta a non mettere per sempre il suo sogno nel cassetto sono state la figlia Laura e la moglie Fiorenza: «La prima alla quale ho confidato la mia decisione di tornare a scuola è stata mia figlia», racconta Antonio, «insieme a mia moglie mi hanno sempre sostenuto».
Tornato a 58 anni a scuola ha trovato 22 compagni di classe ventenni, al massimo trentenni. Tutti all’inizio gli davano del “lei”. Poi i giorni di scuola hanno avuto la meglio su qualsiasi data di nascita: «Sono abituato ad avere amici giovani e a impegnarmi insieme a loro. La stessa cosa succede nel mondo del volontariato», spiega Antonio. In 40 anni di lavoro ha visto passare i disegni dal foglio di carta bianco al computer. Ma nessun programma informatico, dice, può prendere il posto della conoscenza: «Bisogna saper bene cosa fare. Il computer aiuta soltanto a rendere più veloce il lavoro e a semplificarti la vita».
Ora, con una media superiore al nove e una tesina tecnica con tanto di progetto su uno scambiatore di un impianto per l’industria chimica è pronto ad affrontare l’ultima tappa della maturità. Ma il sogno non finisce certo qui: «Voglio iscrivermi all’Università e studiare quello che più mi appassiona. La Storia e l’Arte». E adesso chi lo ferma più?
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