Angelo Gugel, l’anticorvo ora rimpianto in Vaticano

Mentre esplode il Vatileaks II, l’Azione riscopre l’aiutante di camera di Luciani Lui, originario di Miane, si gode la pensione tra Castelgandolfo e le sue colline

VITTORIO VENETO. «In Vaticano ci vorrebbero, oggi, uno, cento, mille, Angelo Gugel». Altro che corvi. Lo scrive il settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto, L’Azione, nel suo sito. Chi è Gugel? E’ stato l’aiutante di camera di papa Luciani, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, prima di Paolo Gabriele, protagonista del primo Vatileaks. «Corvi e cordate di potere sono di nuovo all'opera. Ma come vengono selezionate le persone che lavorano in Vaticano? E come vengono controllate? Questi scandali mettono ancora più in rilievo le figure dei servitori fedeli e leali, come lo è stato il "nostro" Angelo Gugel – scrive il giornale della diocesi - per molti anni "cameriere" di papa Giovanni Paolo II. Tante volte abbiamo provato a intervistarlo, mai ci siamo riusciti: da lui non è mai uscita una parola su quanto ha visto e sentito stando accanto al Papa. Originario di Miane, cognato del compianto don Mario Dall'Arche, oggi Gugel è in pensione». Gugel era stato scelto proprio da papa Luciani come suo più stretto collaboratore. Riservatissimo il primo, ancora più riservato il secondo; come lo era, d’altra parte, Camillo Cibin, pure lui trevigiano, per decenni capo della gendarmeria. Con natali a Miane come la moglie Maria Luisa, Gugel ha prestato servizio per 50 anni in Vaticano. Oggi in pensione, vive in una casa di proprietà a Castelgandolfo, ma spesso viene a Miane, dove conduce una vita nella più assoluta discrezione (salvo concedersi qualche uscita con i ‘Trevisani nel mondo’). In tanti hanno cercato di strappargli qualche confidenza, nessuno c’è riuscito.

Gugel, comunque, potrebbe testimoniare della povertà di vita di Luciani, che insieme a Paolo VI viene indicato come un possibile correntista nei documenti che in queste ore sono stati resi pubblici; circostanza che, ad esempio, ha indignato un altro vittoriese che ha conosciuto bene Luciani, l’ex sindaco Aldo Toffoli. Della stessa stoffa dei Luciani e dei Gugel è il cardinale Beniamino Stella, originario di Pieve di Soligo, stretto collaboratore di papa Francesco, che in Vaticano gira in bicicletta.

Al settimanale diocesano che gli chiedeva di commentare le trame e gli intrecci poco limpidi accaduti anche durante il recente Sinodo, Stella ha significativamente risposto: «Dietro ogni umana vicenda, povera e miserabile, come questa, c’è sempre anche lo Spirito Santo, che ci ha lanciato un nuovo e pressante appello alla conversione e a vivere il Vangelo nel nostro cuore, nella vita propria, non solo a guardare sempre quella degli altri».

«Solamente chi si preoccupa della propria sopravvivenza e del proprio spazio di potere – ha concluso il cardinale Stella - indulge a queste miserie, dimenticando la vocazione del Pastore alla cura delle anime e a dare la vita per il gregge».

Francesco Dal Mas

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