Amedeo confessa: «L’ho colpito e annegato, Vania non era lì»

Nell’udienza di convalida, Bonan scagiona la moglie: lei non avrebbe preso parte all’omicidio di Vito Lombardi. La coppia resta in carcere.
Amedeo Bonan arrestato
Amedeo Bonan arrestato

TREVISO. «Non potevo tacere, dovevo parlare, ammettere quanto accaduto. Troppo grande il peso allo stomaco, dovevo liberarmi la coscienza». Vacilla Amedeo Bonan, 53 anni, reo confesso per l’omicidio di Vito Lombardi, 47, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto. Rappresentato dall’avvocato Roberta Canal ammette le sue responsabilità cercando di scagionare la moglie Vania Lazzarato, 42 anni, che non solo non avrebbe partecipato materialmente all’aggressione ma non sarebbe nemmeno una testimone oculare, poichè allontanata dagli uomini prima della colluttazione.

In base alla ricostruzione, a tratti confusa di Bonan appare sempre più verosimile l’ipotesi che Lombardi sia morto per annegamento. Dopo aver colpito l’uomo con una pietra, Bonan l’avrebbe ucciso affondandogli la testa nell’acqua del canale in cui erano ruzzolati per alcuni secondi. Fino a quando l’uomo ha cessato definitivamente di muoversi.

L’udienza di convalida dell’arresto del 53enne si è tenuta ieri mattina alle 9.30 nel carcere di Santa Bona in cui è rinchiuso. Bonan ha ricostruito quanto accaduto martedì scorso: ha detto di essersi allontanato da casa, in sella alla sua bici, attorno alle 22, in direzione Villorba, seguito dopo pochi minuti anche da Vania Lazzarato e da Vito Lombardi. Non è chiaro se si siano dati appuntamento nei pressi di via Pola, a Fontane, dove il corpo di Lombardi è stato trovato riverso in un canale venerdì alle 13.30 o si siano ritrovati lì casualmente. Quel che è certo è che tra i due uomini scoppia un violento litigio: dalle parole passano alle mani. «Non volevo ucciderlo, volevamo solo dargli una lezione», ha spiegato Bonan al gip. Entrambi, secondo il 53enne, intimano a Vania Lazzarato di allontanarsi. Lombardi si difende, i due iniziano a colpirsi, volano pugni e schiaffi. Aggrappati, scivolano nel canale poco più in là, vicino al vigneto. Bonan colpisce alla testa Lombardi con una pietra raccattata dal suolo, poi, dice, lo uccide tendendogli la testa premuta sott’acqua, fino a quando Vito Lombardi smette di muoversi. Non sono nemmeno le 23.

Vito Lombardi, la vittima
Vito Lombardi, la vittima

Un’ipotesi, quella di morte per annegamento, già trapelata in questi giorni e che ora solo l’autopsia sul corpo di Vito Lombardi, affidata all’anatomopatologo Massimo Montisci dell’Università di Padova potrà confermare.

Commesso l’omicidio la coppia risale in bicicletta e fa ritorno a casa, a Borgo Capriolo. Bonan solleva Vania da ogni responsabilità: dice che all’inizio della colluttazione sarebbe stata allontanata e non avrebbe visto nulla dell’omicidio. Una versione ribadita dalla donna, rappresentata dall’avvocato Andrea Zambon, interrogata due ore dopo, sempre ieri mattina, però in Tribunale a Treviso.

Davanti al gip Umberto Donà e al pm Valeria Sanzari, titolare del fascicolo, ha ribadito che non era nelle intenzioni della coppia commettere alcun omicidio ma solo dare una “lezione” a Vito, a causa di alcuni comportamenti violenti delle ultime settimane, dovuti, riferiscono i due reo-confessi, all’abitudine dell’uomo di alzare spesso e volentieri il gomito.

Versioni che non hanno comunque influito sulla misura di custodia cautelare. Ieri mattina il gip non ha convalidato il fermo: per i due, che dopo aver commesso l’omicidio avevano fatto ritorno nell’abitazione di Borgo Capriolo, non è ravvisabile il pericolo di fuga. Per entrambi però è stato disposta la custodia cautelare in carcere. La difesa di Lazzarato aveva chiesto che per lei venissero disposti gli arresti domiciliari, a Segusino, nella casa del nuovo compagno. Considerato il clima difficile a Borgo Capriolo, la difesa aveva ritenuto che quella soluzione potesse essere la più consono. «Bonan ha confermato la versione della donna: non ha partecipato materialmente all’omicidio. Chiederemo per lei una modifica dell’ipotesi di reato», spiega Zambon, «da omicidio volontario premeditato a omicidio preterintenzionale o concorso anomalo. Siamo già determinati a presentare richiesta di riesame per fare ottenere alla donna i domiciliari». Bonan rimarrà rinchiuso nella casa circondariale di Santa Bona, la donna invece nel carcere femminile di Venezia, alla Giudecca.

Per oggi sono attesi i risultati dell’autopsia che dovranno chiarire con precisione momento della morte e modalità: l’esame chiarirà anche se l’omicidio sia stato realizzato con particolare violenza.

Intanto la donna continua a manifestare preoccupazione per la sicurezza delle sue figlie. Ieri Gresia, la figlia di Vania e Amedeo, aveva fatto ritorno nell’abitazione del morto. Ma era stata accolta con sputi e spintoni al punto da dover richiedere l’intervento dei carabinieri.

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