Alunno troppo violento, caos a scuola. E arrivano medici e polizia

Bambino iperattivo in classe, i genitori degli altri alunni decidono di non mandarli a scuola. È successo ieri mattina alla scuola primaria Giovanni XXIII di Treviso. Un gesto clamoroso: papà e mamme dei bimbi frequentanti una delle ultime classi della scuola, non hanno mandato a lezione i figli come estrema protesta a seguito del comportamento ritenuto violento da parte di un compagno di classe certificato iperattivo. Il bambino si è così ritrovato da solo in aula, con gli insegnanti.
L’azione dei genitori - che si dicono esausti e risoluti a ritirare in massa i loro figli se non venisse trovata una soluzione - continuerà anche nei prossimi giorni e non è escluso che si possa estendere a tutta la scuola. Le richieste? Soluzioni specifiche per l’alunno decise in collaborazione con enti preposti specializzati quali i servizi sociali e le Usl. Nelle ultime settimane - affermano i genitori - nonostante la presenza costante di un insegnante di sostegno, le manifestazioni violente del bambino sono continuate e hanno costretto alle cure del pronto soccorso un insegnante, un collaboratore scolastico e un compagno di classe.
«La scuola ha già messo in atto tutte le risorse a disposizione per gestire la situazione ma servono altri interventi», afferma il rappresentante dei genitori Lorenzo Donè, «sono mesi che viviamo questa difficile situazione: quotidiani i casi di aggressione del bambino verso i compagni di classe e di scuola, gli atti di violenza con distruzione di materiale scolastico, minacce, prepotenze. Il diritto allo studio di uno non può pregiudicare quello degli altri 120 bambini della scuola».
La polizia a scuola. Il problema si è riproposto oggi quando il ragazzino, forse sentitosi accerchiato, ha avuto una crisi ed ha reagito violentemente barricandosi in classe. Per ripoertare la calma a scuola sono dovuten intervenire deu pattuglie della ppolizia assistite dai medici del Suem di Treviso che hanno tranquillizzato il ragazzino.
Caos a scuola. Alle Giovanni XXIII la situazione e tesissima, con i genitori sul piede di guerra, la madre del bambino che chiede tutele, assistenza, attenzioni. Gli alunni che non sanno come affrontare la situazione.
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