Alternanza scuola lavoro? A Castelfranco si spala letame per due settimane

Castelfranco. Studente deluso del Sartor racconta la sua esperienza nell’ambito dell’Alternanza scuola lavoro «Sulla carta avrei dovuto provare tecniche innovative, in realtà ho pulito le stalle delle mucche» 

Alternanza scuola lavoro? A Castelfranco si spala letame per due settimane

CASTELFRANCO. La volontà era di realizzare l’Alternanza scuola lavoro (Asl) in una azienda agricola a produzione 4.0, la realtà dei fatti è stata ben altra ovvero la triste manovalanza in un stalla del vedelaghese: forca e badile in mano e montagne di letame da spalare. Tra i molti racconti che mettono in dubbio l’utilità delle esperienze di Asl degli studenti italiani così come realizzate, adesso c’è anche quella di S. R., al quarto anno dell’istituto agrario Sartor di Castelfranco, che per due settimane è stato costretto a svolgere il “lavoro sporco”. Non in senso lato, ma nella reale accezione del termine. «Dalle otto del mattino fino a mezzogiorno dovevo pulire con acqua e badile le stalle delle mucche», spiega sconsolato il diciassettenne di Vedelago, S. R., «Poi, dalle 16 alle 19, toccava spalare il letame di tutta la stalla».

L’azienda vedelaghese e lo stesso istituto superiore aveva promesso a S. uno stage per conoscere i nuovi metodo di mungitura delle mucche: robot, sistemi di valutazione della portanza delle mammelle, schede tecniche e processori intelligenti capaci di fermarsi non appena le mammelle erano munte. «Niente di tutto questo», riferisce lo studente, «solo un concreto tentativo di mettermi a supplire la più bassa manovalanza aziendale». Tutte le aspettative sono state deluse: è il bilancio giovane S..

Il 13 ottobre, in piazza Castelfranco, è stato il primo a prendere la parola durante l’assemblea pubblica organizzata dalla Rete degli Studenti Medi di Castelfranco: megafono in mano e tanta rabbia da condividere con i coetanei di tutti gli istituti superiori castellani. «Ho spalato letame per due settimane di fila» ha raccontato agli altri studenti in piazza, «non è stata un’Alternanza scuola lavoro all’insegna dell’inserimento professionale, ma piuttosto un’esperienza tutta da dimenticare». Una “Buona scuola” che foraggia gli studenti castellani di »brutti ricordi», o come meglio li definisce S. R., «di esperienze totalmente inutili, che non aiutano lo studente a mettersi alla prova con il mondo del lavoro».

S. è molto categorico nel farsi intendere : «Spalando letame tutto il giorno non ho imparato niente dell’attuale economia agroalimentare veneta».

Nonostante la spiacevole avventura come “spalatore di letame” a tempo pieno, S. R. si ritiene in qualche modo fortunato: «Altri compagni di classe hanno svolto le ore di Alternanza Scuola lavoro in alcuni vivai nella zona di Riese; il loro ruolo è stato quello di togliere le foglie secche dalle piante». Sembra ricorrente oramai che gli studenti vengano “abbandonati” nelle mani delle aziende durante lo stage. «Il mio tutor non si è mai visto», aggiunge S. R., «non è mai passato a controllarmi e proprio per questo motivo non c’è mai stata l’occasione di imbastire un serio dialogo tra scuola e azienda capace di recare beneficio alla mia esperienza di stagista».

Aspettative deluse, una forte sensazione di essere sfruttato e niente di nuovo da imparare: queste le considerazioni finali che S. R. ha voluto condividere in classe, durante i momenti di verifica, e alla manifestazione del 13 ottobre.

«Quest’anno mi aspettano 100 ore di stage in un caseificio», conclude S. R., «se questi sono i presupposti, ho veramente paura che anche questa esperienza vada alla deriva».

Intanto, il collettivo della Rete Studenti Medi di Castelfranco pensa a individuare una ricetta per impedire che accadano altri episodi spiacevoli come questo: dare valore alle esperienza lavorative degli studenti castellani è il cavallo di battaglia del sindacato studentesco.


 

Argomenti:scuola

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso