Alla Cima, passione e tradizione familiari nelle colline Unesco
Isidoro Rebuli ha ridotto i coperti e creato tavoli inediti:
«Per coccolare i clienti e raccontare meglio questi luoghi»

VALDOBBIADENE. «Abbiamo ridotto i coperti e ne abbiamo inventati alcuni di inediti, per coccolare di più i clienti e per meglio raccontare, soprattutto ai tanti turisti stranieri, l’unicità di questo paesaggio». È una scelta che ben esprime il carattere e la passione di Isidoro Rebuli, patron della Trattoria alla Cima di San Pietro di Barbozza. E che negli ultimi anni - complice la pandemia ma anche la proclamazione delle Colline del Prosecco Superiore a Patrimonio dell'Umanità Unesco di poco precedente - ha apportato alcuni sostanziali cambiamenti al suo locale.

«Siamo in un luogo meraviglioso, con una terrazza panoramica che è il punto di forza del ristorante», spiega. «Ma proprio perché queste colline sono sempre più meta di persone da tutto il mondo, curiose e vocate al turismo esperienziale, ho voluto alzare l’asticella della qualità diminuendo di circa il 40% i posti disponibili nei nostri spazi interni ed esterni». Per i clienti questo significa maggiore privacy, distanziamento e attenzioni, nonché qualche nuova suggestione, come i tavoli tra le vigne dove vengono serviti i piatti che hanno fatto la storia del locale, opportunamente raccontati dai camerieri dedicati. O come il tavolo per due, appartato, all’ombra di un grande melo con lanterne, cuscini ed anche un’altalena, con un cameriere che si occupa solo di esso. Innovazioni che sono investimenti creativi e non solo, soprattutto in un’estate segnata dal massiccio ritorno del turismo internazionale.

Isidoro è convinto e soddisfatto: «Le brigate di cucina e di sala sono più rilassate», sottolinea, «e più concentrate sia sulle preparazioni, sia sul rapporto diretto con il cliente. Di questo sono molto grato al mio staff che ha accolto con grande favore le innovazioni, declinate anche in mise en place più accurate e in tante idee volte al miglioramento continuo del nostro lavoro».
Ma queste non sono le uniche novità per la famiglia Rebuli, che nell’estate ’21 ha anche inaugurato il Municipio 1815, Hotel Boutique a un chilometro di distanza dal ristorante. Un’evoluzione e un’espansione in linea con la storia di famiglia, come ricorda Isidoro: «Mio papà, che aveva ereditato da mamma Lorenza la passione per la cucina e la socialità, iniziò questo lavoro nel 1958 a Treviso, con una bocciofila dove serviva “cicchetti” realizzati con prodotti del Valdobbiadenese. Nel 1959 tornò nella casa di famiglia per inaugurarvi, con mia mamma Gabriella, questa trattoria in cui offriva spuntini, piatti semplici e soprattutto carne alla griglia, di cui è sempre stato uno specialista. Successivamente l'offerta si è evoluta seguendo le esigenze dei tempi, e nel 1985 sono entrato nella gestione, portando nuove idee ed energie, mentre iniziava l’affermazione del territorio su scala internazionale.
Isidoro lo afferma anche nel suo ruolo, da tre mandati, di presidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene: «Stiamo lavorando molto affinché sia l’intero territorio a offrire servizi di sempre maggior qualità, per onorare la fama che ha raggiunto l’incanto in cui abbiamo la fortuna di vivere e lavorare». Anche lo chef Moreno Martini - da 6 anni responsabile della cucina dopo significative esperienze in zona (accanto all’indimenticato chef Mauro Fumei) ed anche in Oriente (per otto anni) - apprezza la filosofia abbracciata da Isidoro e specifica: «Anche se abbiamo un po’ cambiato i sistemi di lavorazione, abbiamo mantenuto inalterate le basi della nostra cucina. Che sono: prodotti locali e stagionali, pasta fatta in casa due volte la settimana, pane fresco prodotto ogni giorno, carni selezionate e intagliate da noi. E, soprattutto, ricette solamente espresse che riconducono alla cucina “delle mamme”, per offrire un’esperienza autentica di sapori e cultura territoriali. Sono anche molto felice di essere a capo di una brigata di giovani molto bravi e volonterosi che lavorano con grande passione: sono un bel segnale per il futuro». Futuro che Isidoro si augura possa essere scelto anche dai suoi figli: «Siamo un’attività familiare ed è quindi per me significativo che anche mio fratello Stefano, dopo esperienze diverse, sia tornato a farne parte. E se i miei figli Antonio e Roberto - il primo ha completato gli studi alla scuola alberghiera, l'altro è ancora impegnato con le superiori - vorranno proseguire in questa attività sarà per me la gioia più grande. E lo sarà sicuramente anche per nonno Antonio».
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