Alibert in crisi, all’orizzonte Cremonini

PREGANZIOL. Ad un anno dal compimento dei 50 anni di attività, la Alibert di Preganziol sta affrontando una crisi pesantissima. L’azienda, notissima per la produzione di tortellini, gnocchi, pasta, ha chiesto al tribunale di Treviso di poter accedere al concordato preventivo e sta affrontando una trattativa cruciale per tentare di salvare lo stabilimento e il lavoro dei 40 dipendenti il cui stipendio è in ritardo di tre mensilità.
Sulla società pesa, a quanto pare, un fortissimo indebitamento, che non è stato ridotto negli anni e ad oggi ha messo l’azienda di Franco Zanasi a pochi passi dal fallimento. Lo ammette lo stesso Tribunale di Treviso analizzandola richiesta di concordato avanzata da Zanasi lo scorso 3 marzo. Una situazione complicata, sulla quale stanno lavorando anche le compagini sindacali di Cgil e Cisl impegnate nella valutazione dell’offerta di affitto di ramo d’azienda che sarebbe stata presentata ad Alibert da una cordata facente capo al notissimo gruppo imprenditoriale Cremonini, quello che controlla – per intendersi – catene di ristoranti come il Roadhouse Grill, la società Chefexpress dei pasti pronta-consegna e buona parte della filiera produttiva di carni bovine facente capo al gruppo Inalca.
La trattativa è in corso: lavoratori e produzione (e marchio) andrebbero in seno alla cordata, le pendenze resterebbero in “casa” Alibert. Nello stabilimento di viale Fratelli Bandiera, a San Trovaso di Preganziol, sono tutti con il fiato sospeso. L’accordo pare prevede l’acquisizione dello stabilimento e della capacità produttiva della Alibert anche in termini di dipendenti, «ma ci sono alcuni elementi da limare e definire» dice Sara Pasqualin della Flai Cgil, «siamo alle fasi finali, comunque e speriamo che tutto vada per il meglio per il bene dei lavoratori e di uno storico marchio italiano». Alibert, nel 12 mila metri quadrati di stabilimento a pochi passi dal Terraglio, negli anni è riuscita a produrre, confezionare e distribuire oltre 35 tonnellate di prodotto al giorno fornendo i principali gruppi distributivi di oltre 35 paesi. Ricette classiche ma anche nuove proposte seguendo le linee della tradizione ma anche le nuove tendenze in fatto di gusti e cucina. Un patrimonio della provincia, fondato nel 1967 e sviluppatosi da piccola azienda locale fino a diventare un fornitore internazionale con un fatturato da circa 15 milioni. «Ora è il momento di pensare a salvare tutto» commenta Andrea Meneghel della Fai Cisl, «poi parleremo di responsabilità».
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