Affari e rifiuti, anche i sindacati accusano Gavioli
E' bufera sull'imprenditore accusato di frode milionaria al Fisco. La difesa: «Indagine infondata»

Stefano Gavioli
MOGLIANO.
A Marghera tra i lavoratori della Sirma ormai chiusa e i loro rappresentanti sindacali sono in molti a dire: «Avevamo ragione su Stefano Gavioli», l'imprenditore moglianese indagato per frode milionaria al Fisco al quale nei giorni scorsi la Guardia di finanza, su disposizione della Procura di Catanzaro, ha sequestrato Villa Moratti a Cortina (valore 10 milioni).
Sequestrati anche una lussuosa barca a vela e automobili di grossa cilindrata. «Nel 2008 avevamo presentato un esposto di 40 pagine alla Procura di Venezia» ricorda Riccardo Colletti della Cgil. Tra le altre segnalazioni in quel documento si poteva leggere proprio quello che ora gli inquirenti calabresi contestano all'imprenditore veneziano, di svuotare dell'attivo una prima società, traferendolo in una seconda e lasciando alla prima solo i debiti. I sindacalisti di Marghera ricordano che segnalarono anche lo spostamento di un milione di euro dalle casse della Sirma ad una banca croata, ma riuscirono a «convincere» Gavioli a riportare in Italia quei soldi per investirli nell'azienda in crisi. L'indagine avviata a Venezia nell'ambito della quale la Guardia di finanza sospettava che Gavioli avesse evaso 20 milioni di euro è poi finita in archivio. Da Catanzaro, intanto, arrivano nuovi particolari sull'inchiesta che ha coinvolto anche l'avvocato brindisino Giovanni Faggiano, uno dei tre liquidatori della Sirma, e il braccio destro di Gavioli in Calabria Loris Zerbin di Campolongo Maggiore. Dallle indagini emerge che inizialmente la discarica catanzarese di Alli era gestita dalla «Slia spa», che improvvisamente nel 2007 cede ad una nuova società, «Enerambiente», la gestione e tutti i crediti e viene messa in liquidazione perchè restano i debiti. In seguito un altro passaggio: la gestione della discarica passa da «Enerambiente», che ora attende la risposta del Tribunale di Venezia dopo aver chiesto il concordato preventivo, alla «Enertech», alla quale viene ceduto soltanto l'attivo e che acquisisce in modo ingiustificato anche tre milioni di euro dal Commissario per l'emergenza ambientale della Calabria. Tra la costituzione delle nuove società - tutte fanno capo a Gavioli e hanno la sede legale a Malcontenta - interviene Equitalia, che cerca di recuperare le somme dovute allo Stato e che invia agli uffici del Commissario una comunicazione in cui si segnala che Slia ed Enerambiente sono debitrici di ingenti somme di denaro. «Nonostante questo - ha spiegato nella conferenza stampa il procuratore di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo - l'ufficio del commissario ha comunque liquidato somme di denaro alla società di Gavioli. Inoltre, Enertech era priva di autorizzazione per la gestione della discarica». Per il difensore di Gavioli, l'avvocato veneziano Giancarlo Tonetto, si tratta di «un'indagine infondata» e respingendo ogni accusa spiega che Slia ed Enerambiente sono creditrici per almeno 15 milioni nei confronti di Comuni e Regione ed hanno sempre preferito pagare prima lavoratori e fornitori piuttosto che il Fisco. Le indagini da parte degli inquirenti calabresi vanno avanti.
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