Affare in bilico per una firma dimenticata

VITTORIO VENETO. A rischio la vendita di un immobile per colpa delle lungaggini del comune. Non usa mezzi termini Loredana Pradal, cinquantenne ex impiegata ora disoccupata. La signora se la prende con gli uffici comunali e con il sindaco Roberto Tonon. «Sono convinta che il sindaco non controlli l'operato dei suoi dipendenti», attacca. Loredana Pradal deve vendere la sua casa e con i soldi acquistarne un'altra. Una cosa urgente, perché è disoccupata e non può far fronte ad ulteriori spese. Solo che il documento non risultava in municipio. «Invece c'era, eccome», sbotta. «La situazione è stata risolta per puro caso, solo perché in comune c'era il sindaco. Una pratica non può stare ferma mesi». Il deposito della sua pratica era stato fatto a maggio. «Avevo presentato tutti i documenti in comune», spiega Pradal, «dagli uffici comunali dovevano passare ai beni architettonici, ma li hanno inviati solo ad agosto». Passati i sessanta giorni dopo i quali scatta il silenzio-assenso, il comune avrebbe dovuto rilasciare il protocollo per chiusura della pratica. «Per una settimana ho cercato di capire dov'era e non si capiva nulla», racconta la donna. «Alla fine era lì e mancava solo una firma». Il rimpallo da un ufficio all'altro è finito ieri mattina. «C'era il sindaco Tonon», prosegue Pradal, «ho aspettato sull'uscio dell'ufficio. Ho alzato la voce con la segretaria, poco dopo si è aperta la porta e mi hanno consegnato il documento firmato. Se non facevo la voce grossa sarei ancora qui ad aspettare». La donna aveva fretta di perfezionare la vendita e il conseguente acquisto. «In casa sono senza riscaldamento», spiega, «perché pensavo di essere fuori prima di ottobre. In comune mi è stato detto che manca personale. Può essere, ma sono rimasta molto delusa». Il ritardo ha aperto anche una serie di altri problemi. «Dovrò pagare, per esempio, un sacco di Imu per questo ritardo. Il piano inferiore della casa è accatastato con la vecchia attività di mio padre. Se riuscivo a fare il rogito prima non avrei avuto queste spese. Non ho reddito e sono disoccupata.Il comune di certo non pagherà».
Francesca Gallo
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