Aeroporto di Treviso: nuove rotte degli aerei, dieci decolli su San Zeno

Il piano prevedeva il passaggio sopra la stazione e via Roma, ma una “virata”  sposterà l’asse a sud. Polemiche sul centro commerciale a ridosso del Canova
DE WOLANSKY AG.FOTOFILM QUINTO ABITAZIONE GUIDO FAVARO IN VIA CONTEA
DE WOLANSKY AG.FOTOFILM QUINTO ABITAZIONE GUIDO FAVARO IN VIA CONTEA

TREVISO. Prima notizia sull’aeroporto Canova: l’Enac ha approvato la variante «garantista», per un impatto ambientale soft, del piano di rischio aeroportuale a suo tempo voluta dal centrosinistra, non senza polemiche. E lunedì la commissione Urbanistica valuterà il documento e lo recepirà. Ma forse la novità più impattante, per i cittadini, sono le variazioni alle rotte introdotte nel piano. Perché i 10 decolli giornalieri che cambieranno in futuro il loro verso – in direzione di Treviso e non di Quinto, per il no dell’amministrazione comunale retta dal leghista Mauro Dal Zilio – comportano l’impegno di un corridoio di decollo a Est, ossia proprio verso il centro di Treviso, esattamente nel cono sopra la stazione ferroviaria e l’ex Camuzzi, di fatto su piazzale Duca d’Aosta le l’imbocco di via Roma, prima della virata.

Così, nelle pieghe della documentazione che in questi giorni stanno esaminando a Ca’ Sugana, spunta la soluzione di Save e Aertre per evitare il centro di Treviso: un decollo in leggera virata verso Sud, che impegnerà imvece, con la virata, un corridoio sottostante, fra San Zeno, San Lazzaro e un lembo di Santa Maria del Sile, quasi sull’asse della tangenziale, lambendo poi Dosson e la fascia sud della città. Ipotesi che avrebbe un ulteriore risvolto: libererebbe il vincolo oggi esistente sull’area ex Camuzzi, e che impedisce progetti immobiliari, rientrando nel corridoio dell’aeroporto. Due piccioni con una virata?

Come si vede, molto fermento sul Canova. E lo conferma quanto avvenuto l’altra sera in consiglio comunale: la dissidente Pd, Maristella Caldato, ha accusato la giunta Manildo di aver «congelato il piano di rischio per consentire la nascita del centro commerciale all’ex Marazzato», che per Caldato «non avrebbe avuto i requisiti per le norme di sicurezza, stante la vicinanza all’aeroporto». Immediata – e fermissima – replica di Giovanni Negro, presidente della commissione Urbanistica: «E’ tutto in regola, purtroppo le norme garantiscono attività, licenze ed edifici già in essere». E ha citato date, passaggi, documenti, ricordando come dal 2013, quando si è insediata la nuova amministrazione, non era più possibile intervenire per fermare il progetto del centro commerciale. «L’unica possibilità era quella di un piano di rischio “tutioristico”, di maggior protezione, con un minore impatto, spostando dalla fascia B, più a rischio, alla più esterna fascia D i nuovi insediamenti commerciali autorizzati».

Annosa questione, l’ex Marazzato. L’unica area di tutto il territorio comunale su cui la Lega, nella variante 2001 al Prg, aveva autorizzato un centro commerciale, dopo lo scandalo di quello che stava nascendo in maniera anomala a S. Antonino, stoppato dalla Regione. Poi il fallimento della notissima concessionaria, l’ampliamento dell’area commerciale assorbendo la superficie dei park (12 mila mq supplementari) e il progetto del nuovo centro commerciale.

E questo mentre è in corso l’iter di valutazione del progetto di ampliamento, o nuovo Canova, che ha appena cominciato a muovere i primi passi in commissione Via («E perché sindaco o assessori non ci vanno, come fanno invece Quinto e Zero?», ha attaccato Conte ai Trecento).

Tutti i temi caldi – numeri dei voli e rotte; insediamenti commerciali e non; viabilità – sono destinati a tornare alla ribalta, ora che il progetto di Save e Aertre è in commissione Via. Quinto e Zero Branco, già sulle barricate, contestano l’ampliamento. E anche Treviso comincia a fare i conti con l’impatto del nuovo scalo e degli standard richiesti dalla due società: 22.500 voli l’anno e 3,4 milioni di passeggeri nel 2030, a regime.

 

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