Addio Antonia, la cameriera di D’Annunzio

VITTORIO VENETO. Morta a 102 anni la cameriera che servì Gabriele D’Annunzio al Vittoriale. Antonia Bortolini si è spenta martedì a Villa Bianca di Tarzo. Con il suo metro e settantotto di altezza, era la più bella della servitù nella casa- museo del Vate a Gardone Riviera. Per questo era incaricata di accogliere gli ospiti di riguardo. Molti studenti andavano a trovarla proprio per sentire i suoi racconti del periodo trascorso con il poeta-eroe. Antonia era nata a Miane nel 1913 da una famiglia di agricoltori che ebbe 13 figli.
Era molto piccola quando scoppiò la prima guerra mondiale. Nonostante la tenera etá, ha ricordato per tutta la vita il giorno del 1918 quando gli austroungarici presero sua madre Amabile che era andata verso il Piave per cercare da mangiare. Il padre era al fronte e i figli rimasero a casa da soli per tre giorni. Al ritorno della madre trovò morti i bambini più piccoli, stroncati dalla fame.

Antonia e la sorella sopravvissero mangiando le poche radicee che trovano nei campi attorno alla casa. Dopo l’infanzia a Miane, Antonia spiccò il volo. In paese c’era un medico fascista che reclutava le ragazze più belle da mandare a servizio nelle famiglie altolocate vicine al regime. A 13 anni lei fu mandata a servizio da un noto avvocato di Venezia. Quindi si trasferì a Padova. La famiglia padovana aveva una tenuta a Lugo di Romagna. Proprio in quella casa Antonia servì il tè a donna Rachele, la moglie di Benito Mussolini che vide pure piangere. Conobbe anche il Duce.
Dall’inizio degli Anni Trenta fino al 1936 Antonia fu la cameriera di Gabriele D’Annunzio. Vestiva rigorosamente di nero con accessori bianchi, come la cuffia per i capelli e i guanti bianchi, lunghi sulle braccia. Una sera fu protagonista di un curioso episodio. D’Annunzio aveva organizzato una cena importante, ma mancava il tredicesimo invitato. Il 13 era considerato porta fortuna, perciò il Vate la invitò a sedersi a capotavola e a partecipare con loro alla cena. Fu trattata al pari degli ospiti. Definì D’Annunzio un vizioso. Dopo quell’esperienza trovò lavoro come cuoca in vari hotel. Nel 1938 fu lei a preparare “poenta e osei” per il pranzo di Toti Del Monte nella trattoria “La Torre” a Valdobbiadene. Nel 1939 il matrimonio con il vittoriese Giuseppe Casagrande. Dopo la guerra Antonia si trasferì in Val Brembana, nel Bergamasco, mentre il marito emigrò in Francia. I coniugi Casagrande rientrarono a Miane nel 1954. Poi si trasferirono a Vittorio Veneto, Fregona, Cappella Maggiore. Ebbero un unico figlio, Orazio, oggi settantenne. Della famiglia è rimasta la sorella più giovane, Anna, che ha 86 anni. Antonia è stata accudita nella casa vittoriese di famiglia per dieci anni. A cent’anni riuscì a superare un infarto. L’anno scorso il ricovero in casa di riposo. Alla festa per i suoi 102 anni a febbraio aveva anche cantato. Il suo funerale sarà celebrato oggi alle 15.30 nella chiesa di Costa a Vittorio Veneto.
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