Addio al Caffè Roma. La banca se lo “mangia” dopo 117 anni di storia

Fine di un’epoca
Se ne va definitivamente un pezzo di storia della città. Già era stato ridimensionato rispetto al locale che ha campeggiato per circa un secolo in corso Mazzini, ora sparirà anche ciò che era rimasto. Domani è infatti l’ultimo giorno di attività per il Caffè Roma, non per volontà dell’attuale gestione, ma perché anche in quello spazio in cui era stato confinato il bar si allargherà la Banca Popolare di Verona. È il secondo storico caffè che in città lascia lo spazio alle banche. In passato era toccato al Caffè Teatro che si trovava in piazza Dall’Armi e poi si è spostato nella piazzetta retrostante, dove si trova tuttora, perché tutto il palazzo era stato acquisito dall’ex Veneto Banca. Adesso tocca al Caffè Roma.
Una lunga storia
Si tratta di un locale carico di storia, i primi documenti lo attestano attivo a partire dal 1903: aveva un gran salone interno, su corso Mazzini si affacciava con una pensilina in ferro in stile liberty, era caffè e pasticceria, famoso per le sue torte millefoglie e per la treccia preparate da Romeo Miotto, che prima aveva aiutato il padre Vincenzo in laboratorio, poi era stato lui il maestro pasticciere nel succedersi delle varie gestioni.

Lì era passata la buona borghesia della città perché era uno dei locali più eleganti del centro storico, lì aveva lavorato per tanti anni come cameriere Efrem Bordin, scampato all’eccidio dei X Martiri quando era un bambino, di cui tutti ricordano la professionalità. Ma quando c’era stata la moltiplicazione degli sportelli bancari, quel vasto ed elegante salone, quella pensilina il stile liberty che adornava quel palazzo storico del centro cittadino ha ceduto il posto alla Banca di Verona.
È stato allora che la pensilina è stata tolta, l’interno trasformato, il bancone eliminato, sedie e tavolini portati via per far posto agli uffici della banca. Cambiavano i tempi, il centro storico diventava sempre più sede di banche e uffici e i locali storici cedevano il passo.
Non era sparito il Caffè Roma, ma era stato confinato in uno spazio più ridotto nella parte laterale del palazzo, in via Cavour: spazio ridotto, niente pensilina stile liberty che ne era un tratto distintivo, niente più laboratorio di pasticceria, aveva però i tavolini all’aperto nella pedonalizzata via Cavour ed era rimasto un punto di riferimento per i montebellunesi nelle varie gestioni che si erano succedute negli anni del nuovo Caffè Roma. Era rimasta tuttavia sopra il bancone, a ricordare la storia del locale, la targa degli inizi del Novecento con la Lupa di Roma da cui aveva preso spunto il nome del Caffè.

I gestori ci riprovano
«Dispiace che chiuda definitivamente il Caffè Roma – dice il sindaco Marzio Favero – perché faceva parte della storia di Montebelluna». L’ultima gestione, con Loredana D’Amore e la collaborazione di Maurizio Michielin, è durata poco più di un anno, poi la scelta della proprietà del palazzo di affittare anche quello spazio alla banca e nei prossimi giorni arriverà il cantiere e in quello storico palazzo non rimarrà più traccia dell’altrettanto storico Caffè Roma. «Se trovo un altro locale da gestire in centro città – dice però Loredana D’Amore – voglio portare lì il nome del Caffè Roma». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso