Addio a Toni Covre, l'alpino delle «mille gavette di ghiaccio»

Toni Covre firma una copia del libro (da «Fiamme Verdi»)
Toni Covre firma una copia del libro (da «Fiamme Verdi»)
 
SAN FIOR.
San Fior di Sotto e gli alpini trevigiani perdono un pezzo della loro storia. Se n'è andato all'età di 90 anni, l'altra sera, all'ospedale De Gironcoli, l'alpino e reduce di Russia Antonio «Toni» Covre, attendente dell'ufficiale medico Giulio Bedeschi, con cui aveva condiviso la tragica ritirata dalla Russia nel 1942-43. Toni Covre è uno dei protagonisti delle memorie «Centomila gavette di ghiaccio», scritte da Bedeschi nel 1963, edite da Mursia, che diede alla stampa più di quattro milioni di copie. E' quell'alpino artigliere che conficcava i paletti della tenda del suo ufficiale dando pugni a mani nude, fino a farle sanguinare. «In quel libro - ricordano gli amici del Gruppo Ricreativo San Fior di Sotto - Bedeschi, che si fa chiamare tenente Serri, parla di cosa accadeva ai suoi soldati. Tutti vengono citati con nomi di fantasia tranne Toni Covre, alpino che uscì dalla campagna di Russia abbracciando il suo amico tenente. Dopo la guerra Covre andò all'estero a lavorare, in Argentina lesse il libro e scrisse alla casa editrice, chiedendo di passare il messaggio al tenente Serri (Bedeschi). Per volontà di quel tenente, che abitava a Milano, Covre tornò in Italia con la sua famiglia, stabilendosi a San Fior di Sotto, prima in via Calbassa e poi via Cavalieri». Per tanti anni, poi, da pensionato, Toni Covre è stato una delle colonne dell'Associazione Nazionale Alpini.

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