Ad Altivole l'agricoltura bio per combattere l’autismo

ALTIVOLE. «È stato un successo da ogni punto di vista. Se partiamo dall’aspetto culinario, eravamo in uno splendido ristorante nel territorio padovano e il cuoco non ha fatto mancare nulla: dall’antipasto fino al dolce, piatti strepitosi e ben serviti, vere prelibatezze che i nostri ragazzi non avevano mai mangiato, ma la cosa più magica a tutti gli effetti sono state le nostre verdure. È stato bello veder servire le nostre verdure biologiche».
Il presidente del centro per l’autismo Ca’ Leido di San Vito di Altivole, Alberto Pettenon, spiega così il pranzo svoltosi al ristorante Tezzon, tenutosi con tutti gli utenti della cooperativa sociale, assieme agli educatori e ad alcuni ospiti informali di Carraro trattori e l’ex presidente del consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato. «Il risultato migliore è stato vedere i sorrisi di ogni ragazzo, la loro voglia di continuare quel pranzo senza voler tornare in comunità, lì tutti assieme, tra chiacchiere risate e pance piene», continua a raccontare Alberto Pettenon, mentre tiene tra le mani alcune foto di quella giornata.
Al pranzo c’erano anche alcuni imprenditori agricoli locali, «averli avuti con noi ha significato molto», continua Alberto, «la loro sensibilità e il loro interessamento ci rendono felici per il lavoro che stiamo facendo in Rete Job, stage di inserimento lavorativo per i nostri utenti, e ci lascia ben sperare di rivederci lungo la strada». Un intero pomeriggio speso “assaporando” i frutti della filiera solidale che dai campi coltivati a biologico a San Vito di Altivole, sede dell’azienda agricola Ca’ Leido, si è compiuta nella tavola del ristorante il Tezzon a Camposampiero.
Ma come il ristorante Tezzon sono molti altri gli ambienti gastronomici veneti che hanno scelto di premiare le “materie prime” provenienti da realtà sociali molto forti. Una vera “rivoluzione etica” che sta portando i cuochi delle nostre cucine direttamente nei campi di produzione dove persone diversamente abili trovano il modo di esistere felicemente.
Una nuova filiera solidale che per un intero pomeriggio è stata illustrata convivialmente agli ospiti informali della Carraro e a Clodovaldo Ruffato: la gioia della condivisione con persone diversamente abili e l’eccellenza locale al centro della giornata.
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