Accusato di violenza sessuale, don Federico De Bianchi: «Stanco, ma sereno»

Don Federico De Bianchi, oggi collaboratore della parrocchia di Francenigo, a processo per molestie  nei reparti di Psichiatria

CONEGLIANO. «Il processo? È un’attesa logorante. Sono affaticato ma sereno, fiducioso che sia fatta giustizia. Cosa faccio ora? Sono delegato cultuale nella parrocchia di Francenigo, frazione di Gaiarine, in attesa che questo processo arrivi a conclusione».

Così don Federico De Bianchi, 45 anni (difeso dagli avvocati Stefano Trubian e Massimiliano Paniz), originario di Oderzo, ma noto soprattutto nel Vittoriese come il prete “social” delle parrocchie di Santa Giustina e Val Lapisina, prima che scoppiasse il caso giudiziario che lo vede alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di quattro pazienti del reparto di psichiatria degli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano che lo denunciarono per fatti del lontano 2010.

L’UDIENZA RINVIATA

Ieri mattina era in programma un’udienza per l’audizione dell’ultimo testimone della pubblica accusa, prima di passare a sentire i testimoni della difesa in un’apposita udienza già fissata per il primo giugno prossimo. Ma l’udienza è slittata al 20 aprile prossimo: il testimone che si doveva sentire ieri si trova infatti a Londra e, causa restrizione degli spostamenti dovuti alla pandemia, non ha potuto presenziare.

LE VITTIME

Ad accusare don Federico sono pazienti che all’epoca dei fatti erano tutti maggiorenni: due vittoriesi di 19 e 26 anni, un coneglianese di 29 anni e un mestrino di 19 anni. Quest’ultimo è l’unico che è stato sentito dai magistrati in incidente probatorio, durante la fase delle indagini preliminari, nel corso del quale ha confermato le accuse nei confronti dell’ex parroco di Santa Giustina.

I fatti che vengono contestati a don De Bianchi risalgono a dieci anni fa. È a quell’epoca che, secondo le querele sporte alle forze dell’ordine, don Federico avrebbe allungato le mani nelle parti intime dei pazienti che andava a visitare come cappellano degli ospedali.

I FATTI E I TESTIMONI

Il pubblico ministero Barbara Sabattini, che imputa al prete l’accusa di violenza sessuale, contesta episodi di palpeggiamenti e baci o tentativi di baciare i pazienti. Tra i testimoni c’è anche un infermiere dell’ospedale di Conegliano, che ha informato la direzione sanitaria delle confidenze raccolte in corsia dalle quattro presunte vittime delle molestie di don Federico.

È stato lui a notare del nervosismo soprattutto in uno dei quattro pazienti e a raccogliere la sua testimonianza sulle presunte molestie. L’infermiere ha poi fatto presente la vicenda alla direzione sanitaria che ha inviato l’esposto in procura a Treviso. La notizia dell’indagine su don Federico fece scalpore. Molti innocentisti si schierarono a favore del prete. —



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