Abito da sposa per la defunta. Con truffa

Per mantenere idealmente fede all’impegno P.B., 49 anni residente a Trichiana, ma originario di Treviso, s’era presentato nel negozio di vestiti da sposa e ne aveva comprato uno, del valore di 700...

Per mantenere idealmente fede all’impegno P.B., 49 anni residente a Trichiana, ma originario di Treviso, s’era presentato nel negozio di vestiti da sposa e ne aveva comprato uno, del valore di 700 euro, perché venisse riposto nella bara della fidanzata che avrebbe dovuto sposare ma che era morta in un incidente stradale. Solo che l’assegno postale col quale pagò il vestito da sposa presso il negozio «Noris Mode» di Feltre era scoperto. Per questo l’uomo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di truffa. Il fatto è emerso nel corso dell’udienza-filtro, tenutasi ieri mattina a Belluno davanti al giudice Elisabetta Scolozzi. Si è trattato di un’udienza prettamente tecnica nel corso della quale pubblica accusa e difesa hanno presentato le rispettive liste di testimoni. La difesa sta inoltre cercando di risarcire il negozio feltrino, in modo da ottenere un’eventuale attenuante in sede di sentenza. La vicenda risale all’8 agosto del 2010 quando l’uomo, ancora affranto per la prematura scomparsa, in un tragico incidente stradale, della fidanzata che avrebbe dovuto sposare, si presenta nel negozio feltrino per acquistare un vestito da sposa che la sua promessa aveva già provato e scelto per l’imminente matrimonio. Nonostante il tragico evento, però, P.B., d’accordo coi suoceri, vuole idealmente mantenere l’impegno e decide di acquistare comunque l’abito da sposa della fidanzata, per riporlo poi all’interno della bara con la salma. Il punto è che P.B. paga il vestito con un assegno postale, che, qualche giorno dopo, risulterà scoperto all’atto dell’incasso. Una brutta sorpresa che costringe i titolari del negozio a denunciare per truffa il cinquantenne trichianese. Il processo, però, entrerà nel vivo delle testimonianze a partire dall’udienza del 16 novembre.

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