A Vittorio Veneto diretta web dal convento di clausura per l’esordio della badessa

VITTORIO VENETO. Sabato prossimo sarà ordinata madre abadessa la monaca Alina Pereira Ghammachi, brasiliana, 34 anni appena compiuti. Non si tratta di un rito qualsiasi. E’ la prima volta che avviene nell’antico monastero cistercense di San Giacomo; fin dal 1500 solo gli abati venivano benedetti nel loro ruolo.
Ma nel monastero di Vittorio Veneto è anche la prima volta di un vescovo – in questo caso mons. Corrado Pizziolo – che entra nel riservatissimo coro claustrale del convento. E’ pure la prima volta di una messa trasmessa in televisione, in questo caso da La tenda Tv e i cui operatori riprendono in volto le monache. Suor Alina ha desiderato la celebrazione in diretta perché dal suo paese, il Brasile, possano mettersi in collegamento via internet con la singolare celebrazione, che sarà presieduta dall’abate generale padre Marco Lepori. Suor Alina ha fatto il suo ingresso dietro le grate 13 anni fa.
Quando è partita dallo stato dell’Amapa aveva davanti a sé una carriera formidabile; la sua famiglia infatti edita “Il giornale del giorno”, il quotidiano più diffuso in Amapa. I suoi, inoltre, sono impegnati in altri settori imprenditoriali. A San Giacomo, sabato, saranno presenti i genitori, il fratello e la sorella. Le monache sono 26 e fanno del monastero di San Giacomo uno dei più vivi ed importanti del mondo benedettino. Tre le postulanti, provenienti da paesi stranieri. "Ho fatto questa scelta perché mi sento appagata e quindi felice dell’amore che Dio mi riserva" spiega la vivacissima monaca, sorridendo anche se la sua vita è destinata a rimanere dietro ad una grata.
«Il silenzio è la nostra ricchezza e la nostra forza -, ci aiuta ad aprirci ancora di più al mondo. A noi, infatti, continuano a rivolgersi singole persone e famiglie, di ogni ceto sociale per chiedere gli aiuti che contano, quelli spirituali (ma spesso accade che allunghiamo anche qualche borsa della spesa, perché i poveri si rivolgono anche a noi)».
Alla celebrazione di sabato parteciperà anche suor Rosaria, per lunghi decenni al vertice del monastero. Ha dovuto lasciare questa responsabilità perché acciaccata, ma la sua forza morale continua ad essere di aiuto per tutta la comunità claustrale. Suor Rosaria è stata fra l’altro la protagonista del salvataggio del monastero da un progetto che ne prevedeva lo smembramento, per lasciar posto ad una nuova piazza del paese. Non solo, la monaca e le consorelle, aiutate da molteplici iniziative in città e da un concorso del Fai, hanno salvaguardato il brolo dalla cementificazione; il comune, nel passato, voleva costruirvi una scuola con palestra.
Si mobilitò nell’occasione tutta Italia, eleggendo il brolo a «luogo del cuore degli Italiani» con ben 13 mila firme. Quegli erano i primi anni di presenza a San Giacomo di suor Alina. La abadessa si dice impegnata a portare avanti la prospettiva di proteggere il monastero da ogni altra interferenza ambientale. Nel recente passato, infatti, è stata prospettata l’alienazione dello stesso brolo da parte del Comune che lo ha in proprietà.
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