A Treviso selfie sotto la doccia a 14 anni: offese e insulti dai compagni

TREVISO. Il web non perdona l’ingenuità, e così un post pubblicato con inconsapevolezza si riverbera per giorni, finisce nelle memorie dei cellulari e rischia di diventare una condanna. I casi di cyber bullismo si moltiplicano. L’ultimo, avvenuto a ottobre, ha come vittima una ragazzina di terza media di un istituto della Marca, di cui non riportiamo il nome per evitare di renderla riconoscibile.
Un selfie scattato sotto la doccia e postato con ingenuità su Instagram, imitando modelle e vip della tv, è diventato in brevissimo tempo virale e ha fatto esplodere il caso a scuola, con decine e decine di messaggi a sfondo erotico inviati all’adolescente da parte dei compagni di scuola e non solo. Tanto da indurre alcune mamme, venute a conoscenza della situazione, a chiedere l’intervento del preside. La ragazzina ha spiegato di aver postato su Instagram la foto per errore, forse senza essere consapevole delle conseguenze. Un’immagine in cui non lascia vedere molto, ma che gioca sul far intravedere alcune nudità del suo corpo.
Una foto che rapidamente ha fatto il giro degli smartphone e dei computer dei compagni, che a loro volta non hanno tardato a commentare. Frasi offensive, qualche invito poco gradito, e delle richieste più da adulto che da ragazzino delle medie. La ragazzina si è resa conto solo in quel momento delle conseguenze del suo selfie, che ormai aveva fatto il giro di tutta la scuola.
Una compagna però vedendo la foto su Instagram e leggendo i commenti ha raccontato l’accaduto alla mamma; che non ci ha pensato troppo, e ha chiamato i genitori della protagonista del selfie. A quel punto il dirigente scolastico è intervenuto convocando tutti i genitori della classe, riuscendo così a chiudere il caso all’interno delle mura del plesso e facendo terminare commenti e offese ai danni della ragazzina senza bisogno di ricorrere all’intervento della polizia.
«Spesso i ragazzini sono ancora meno consapevoli dei genitori delle conseguenze di un post su un social network», ha spiegato il dirigente. «Anche per questo li abbiamo convocati, per chiedere di parlare con i loro figli e di promuovere un uso più responsabile di questi strumenti. In questo istituto non si sono mai verificati casi gravi, ma bisogna stare continuamente attenti. Ora Instagram è il social più in voga tra i ragazzini, ma non tutti lo sanno correttamente utilizzare».
Proprio Instagram recentemente ha dato avvio a un piano contro il cyber-bullismo, utilizzando l’intelligenza artificiale per bloccare commenti offensivi e sospendere i profili dei bulli. Una decisione dovuta alla rapida diffusione del social soprattutto tra teenager, i più esposti al cyber-bullismo. Secondo una ricerca di Ipsos e di Save The Children un ragazzo su dieci ha subito atti di cyber-bullismo, mentre il 21% afferma di conoscere qualcuno che ne è stato vittima.
Per restare nella Marca: almeno una segnalazione al giorno all’ufficio della polizia postale di Treviso, e dieci denunce già presentate nel 2018. Una piaga tra l’altro che non sempre emerge come in questo caso, e che quando resta un segreto inconfessabile porta a gravissime conseguenze.
È il caso delle chat whatsapp dove foto, offese e prese in giro possono continuare senza mai emergere fino al “mondo dei grandi”.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso