A scuola di bachicoltura «Riavremo la nostra seta»

PAESE. Sono già più di 40 gli iscritti, provenienti da tutta Italia, che questa mattina prenderanno parte al primo corso per bachicoltore nella sede provinciale di Coldiretti a Treviso. All'iniziativ...
foto Farrari per Poletto, allevamento di bacchicoltura di Antonio Marcato di Borgoricco per Poletto
foto Farrari per Poletto, allevamento di bacchicoltura di Antonio Marcato di Borgoricco per Poletto

PAESE. Sono già più di 40 gli iscritti, provenienti da tutta Italia, che questa mattina prenderanno parte al primo corso per bachicoltore nella sede provinciale di Coldiretti a Treviso. All'iniziativa promossa da Aig-Associazione italiana gelsibachicoltura onlus l'adesione è stata alta: i partecipanti provengono un po' da tutto il territorio nazionale, dalla Toscana e Emilia Romagna, addirittura dalla Sicilia. La bachicoltura un tempo fece grande il nostro territorio: oggi se ne torna a parlare. Ma non si tratta di un ritorno nostalgico al passato: l'obiettivo di Coldiretti è quello di renderla un vero e proprio volano economico.

Un tempo questa attività fece la fortuna di tante famiglie contadine trevigiane. Dopo un black out della produzione dovuto a un principio attivo utilizzato nei frutteti trentini ma che, trasportato dal vento, faceva così male ai gelsi nostrani che sfamavano i "cavalieri" (nome dialettale dei bachi da seta) si torna a pensare ad una seta made in Veneto. Di trevigiano c'è molto in questo rilancio a cominciare dal neo presidente di Aig Fernando Pellizzari, agronomo di Montebelluna. «Grazie a questo rinnovato interesse», dice Pellizzari, «possiamo guardare con positività alla produzione di seta made in Italy e non dipendere più da quella importata».

Intorno al 1950 in Veneto c'erano 40 mila aziende agricole che allevavano bachi. «Ora siamo all'anno zero», conclude Pellizzari, «ma puntiamo a mille realtà sul territorio che possano ritornare alla bachicoltura». «Non solo appassionati: l'interesse arriva da imprenditori che vedono nella bachicoltura e nella coltivazione dei gelsi una nuova possibilità», spiega il presidente di Coldiretti Treviso, Walter Feltrin, «gli iscritti provengono dalla Lombardia, dall'Emilia Romagna, dalla Toscana, dal Friuli e addirittura dalla Sicilia». «La bachicoltura è rimasta nel cuore dei trevigiani», conclude il direttore di Coldiretti Treviso Antonio Maria Ciri, «la filatura è stata trasformata in un gioco ad esempio nel palio di Ponzano. Ma è diventata anche protagonista di idee vincenti come quella di Emanuele Rigato e Pier Paolo Poli, titolari della start up "Smart Bugs" che affiancano le imprese che vogliono partire nella coltivazione del baco grazie anche a dei kit molto efficaci». (s.g.)

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