«A ostetricia e ginecologia i medici adesso sono in fuga»

Sinistra Italiana: «Negli ultimi tempi se ne sono andati in cinque, tra cui il primario Reparto verso la chiusura. A Treviso le donne che devono fare una colonscopia»
Guerretta Vittorio Veneto vescovo Pizziolo in consiglio comunale intervento di Adriana Costantini
Guerretta Vittorio Veneto vescovo Pizziolo in consiglio comunale intervento di Adriana Costantini

VITTORIO VENETO. In una lettera al sindaco di Vittorio Veneto e ai consiglieri comunali, il circolo di “Sinistra Italiana” di Vittorio Veneto lancia l’allarme per il punto nascita, oltre che per i servizi di prevenzione dei tumori alla cervice (per il quale viene interpellato anche il sindaco di Conegliano). «Ci risulta che è in atto un esodo di medici dal reparto di Ostetricia-Ginecologia dell'Ospedale di Vittorio, dove sono rimasti solo 3 ginecologi» si legge in una lunga nota del circolo che fa riferimento, tra gli altri, ad Adriana Costantini, ex consigliere ed assessore «Negli ultimi tempi se ne sono andati in cinque, tra cui il primario: due per pensionamento, tre per trasferimento ad altre strutture, qualcuno motivato anche dal mancato riconoscimento della professionalità maturata a livello locale. Nessuno è stato sostituito».

Anche nel reparto di Ostetricia-Ginecologia di Conegliano sembrano esserci analoghe tensioni, foriere di preoccupanti sviluppi. «Ci è stato segnalato inoltre che gli interventi di parto cesareo si svolgono da qualche tempo esclusivamente a Conegliano. È un altro passo» si chiede Sinistra Italiana’ «verso la chiusura del reparto di Ostetricia-Ginecologia a Vittorio?».

Risulta chiaro – avvertono dal circolo - che sta andando avanti il piano della Regione Veneto, che prevede la centralizzazione del sistema socio-sanitario pubblico e la rottura della integrazione fra sanitario e sociale, con l'obiettivo di fare spazio al privato. «Nella nostra zona si sta assistendo infatti al progressivo trasferimento di reparti e servizi da Vittorio a Conegliano e, in prospettiva, da Conegliano al nuovo super-mega-Ospedale di Treviso, che drenerà attività e risorse da tutta la Provincia, anche per incentivare gli introiti futuri dei partner privati del project financing» evidenzia ancora la nota « In questo quadro rientra il depotenziamento dell'Ospedale di Vittorio Veneto a struttura per non acuti e cronici, senza Terapia Intensiva (prevista dalle schede regionali fin dal 2002 e mai realizzata) e con prevalenti funzioni ambulatoriali,riabilitative e di chirurgia programmata a chiusura festiva. La Regione ha evidentemente buttato nel cestino le 15.000 firme espresse dai cittadini del vittoriese nel 2013». Il processo di centralizzazione danneggia tutti gli utenti del Vittoriese – viene osservato - compresi quelli che afferiscono all'Ospedale di Conegliano, il quale, per struttura e collocazione urbana, non è adeguato a dare risposta alle emergenze-urgenze dei 200.000 cittadini dell'ex Usl 7 che vi farebbero riferimento, con prevedibili conseguenze di sovraffollamento, ricoveri fuori Regione, allungamento di attese per visite, esami ,interventi, ricoveri, trasferimenti in presenza di una viabilità urbana ed extraurbana insufficiente per servire un'area ampia, con zone montane e nuclei abitati isolati. Quanto ai servizi i servizi di prevenzione di secondo livello, dalle colposcopie agli interventi laser, a partire ancora dal 1° aprile 2018 sono stati accentrati a Treviso».

Le donne del vittoriese e del coneglianese che abbisognano di una colonscopia o di un intervento laser devono andare a Treviso, con costi di trasferimento e perdita di tempo. Da parte di qualche donna è emersa anche la percezione che alcuni passaggi del percorso, prima forniti dal servizio, siano stati scaricati sulle utenti. «Non sappiamo se ciò sia vero, certo riteniamo assurdo» commenta la nota di “Sinistra Italiana” «che le donne che accedono volontariamente all'azione di prevenzione, settore fondamentale per la salute pubblica, invece di essere facilitate e incoraggiate, vengano sottoposte a disagi e ostacoli».

Francesco Dal Mas

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