A Castelfranco il giovane chef che cucina l’aria fritta

Nicola Dinato, 37 anni, dai fornelli del Feva di Castelfranco cerca di trasmettere ai suoi clienti messaggi speciali: «La servo come invito a superare la futilità»

CASTELFRANCO. Il cuoco stellato Nicola Dinato ha inventato l’aria fritta: «La servo sempre come antipasto per ricordare ai miei clienti che devono sempre cercare di riempire le loro vite di esperienze vere e non di futilità». Concretamente è una bolla d’aria racchiusa in un fritto leggero di tapioca.

Nicola è un ragazzo prodigio che è riuscito a trasformare la sua passione per i fornelli in un vero e proprio manifesto culturale. I suoi pilastri sono: valorizzare il biologico locale, invitare i suoi clienti a guardarsi negli occhi senza farsi distrarre dal cellulare, cercare di riportare la cucina italiana al centro del panorama mondiale.

La passione. Ma chi è Nicola Dinato che ogni giorno è al lavoro nel suo ristorante? Nasce a Camposampiero in provincia di Padova nel settembre del 1981, promotore della Cucina Madre e sviluppatore di idee per la ristorazione. Vive i suoi primi anni di vita esplorando la magia della cucina casalinga, facendone una ragione di vita. Nell’adolescenza scopre tra gli esploratori, dopo vari piccoli disastri, che quella sarebbe stata la sua strada, iscrivendosi e diplomandosi all’Alberghiero Maffioli di Castelfranco nel 2000.



A londra. Armato di due bagagli e di tanti sogni, nel 2002 vola a Londra, con l’alibi di imparare l’inglese, ma in realtà intende vedere tutti i suoi gruppi musicali preferiti e magari abbinare la carriera, prima al George Private Club dell’Harry’s Bar Group di Alberico Penati, poi nel 2003 al Gavroche di Michel Roux Jr apprendendo così le basi della cucina classica francese. Un trampolino di lancio che lo porta nel 2004 a Nizza da Jouni, Atelier du Goût e nello stesso autunno a Le Louis XV di Alain Ducasse a Montecarlo approfondendo la cucina mediterranea portata ai massimi livelli.

Negli Usa .Nicola non si ferma e nell’inverno 2005 vola a New York come Sous Chef a Bouley nel quartiere di Tribeca studiando l’approccio manageriale e di marketing applicato alla ristorazione. Nel 2007 torna in Italia per stabilirsi definitivamente nel suo primo ristorante, il Feva di Castelfranco Veneto premiato nella guida 2015 con 1 Stella Michelin. Al locale ha affiancato un’azienda a Vedelago che si occupa di tutela alimentare.

il nuovo progetto. Ora, il giovane chef stellato sta dando vita al progetto Agrireve, una rete di produttori locali che secondo Nicola devono essere sostenuti dagli chef per impedire che la produzione industriale di cibo comprometta la biodiversità. «Quando indossi quella camicia bianca, non sei semplicemente un cuoco», spiega Nicola, «dai fornelli puoi trasmettere messaggi e mostrare al tuo cliente le grandi sfide della nostra società». E anche l’aria fritta rientra in questo contesto: un messaggio al mondo, partendo dai clienti. 

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