Zordan, l’altra Z della Zalf «Il mio sogno è l’Amstel»

È l'altra “Z” vincente della Zalf Euromobil Fior, squadra ciclistica di dilettanti e fucina di campioni. Prima l'exploit di Zurlo, poi il bis di Zordan: un avvio di stagione con i fiocchi per il...

È l'altra “Z” vincente della Zalf Euromobil Fior, squadra ciclistica di dilettanti e fucina di campioni.

Prima l'exploit di Zurlo, poi il bis di Zordan: un avvio di stagione con i fiocchi per il team castellano. Dopo una parentesi non entusiasmante alla Trevigiani, un rilancio in grande stile per il secondo, che con il cambio di casacca sembra confermare quanto di buono aveva mostrato già da junior. Andrea Zordan, 21 anni l'11 luglio, vicentino di Altavilla, ha trionfato domenica al Trofeo Balestra, prestigiosa Internazionale di Palazzolo sull'Oglio. Nel weekend, i due puledri zalfini si divideranno: Zordan sarà a Montecassiano (altra Internazionale), Zurlo invece a Treviso, sulle strade della Popolarissima. Per la classicissima dei dilettanti, il team di Rui e Faresin punterà domenica anche sulle altre frecce Paolo Simion e Nicholas Marini. Il sodalizio si avvicina in ogni caso alla Popolarissima con ottimi riscontri. Andrea, doppio sigillo con le nuove insegne Zalf Désirée Euromobil: Mareno e Balestra.

«Non mi aspettavo di partire così forte, anche se avevo svolto con la squadra un lavoro importante durante l'inverno e il mio obiettivo era iniziare subito bene. Come mi era già capitato da junior, finalmente sto tornando a vincere gare di spessore come il Balestra, con al via i migliori dilettanti italiani. Nel mio programma, ci sono altre gare nobili: ho appena iniziato a misurarmi». Dopo due stagioni alla Trevigiani, corri adesso con l'eterna rivale. Qualcosa non ha funzionato? «Due annate sfortunate, ma salverei comunque la seconda, viste le due vittorie. Il primo anno la scuola m'impegnò con la maturità sino a metà luglio. L'annata scorsa, ai primi di aprile, mi beccai la mononucleosi. Solo a luglio, ripresi seriamente. E arrivarono appunto due successi e un buon terzo posto a Pozzonovo, che faceva ben sperare in prospettiva. Una stagione non esaltante, ma soddisfacente. Ho cambiato casacca perché cercavo nuovi stimoli. E li ho trovati. Per di più, con i compagni ci si allena vicino a casa...».

Fra gli Juniores, 12 vittorie, fra cui il titolo italiano e il bis al Buffoni.

«Voglio tornare a vincere gare importanti come tre anni fa. Se ci riuscirò e saprò farmi notare, spero di passare presto professionista. Magari già a fine 2013, altrimenti punterò alla stagione successiva. Il secondo traguardo personale è la maglia azzurra, il massimo per un under 23. Per giunta, quest'anno c'è il mondiale a Firenze: un percorso ondulato e adatto alle mie caratteristiche. Logico che ci pensi».

Domenica, c'è invece la Popolarissima.

«È più adatta a velocisti puri, non si arriva mai in gruppetto come piace a me. Se avessi partecipato, avrei dato però una mano agli altri: io ho già vinto, adesso tocca pure ai compagni (sarà al Gp San Giuseppe, classica marchigiana, ndr). Nel mirino, ho anzitutto la Piccola Sanremo a Sovizzo (24/3, ndr). In pratica, si corre a casa mia. Una gara cui tengo particolarmente».

Che tipo di corridore sei?

«Velocista da gruppetto e non sprinter puro. Ma mi hanno definito anche un ciclista completo. Tengo sulle salite medie e ho uno spunto abbastanza veloce, da sfruttare appunto in un gruppo ristretto. Insomma, in prospettiva, un corridore da corse di un giorno».

A quante vittorie punti per il 2013?

«Il più possibile per coronare il sogno di sbarcare fra i professionisti». A quale campione t'ispiri? «Al francese Chavanel. Mi è sempre piaciuto. Come me si salva sugli strappi: ci assomigliamo, anche fisicamente. Ma dico pure Angelo Furlan (pro' con i danesi della Christina Watches, ndr), con cui mi alleno tuttora. La corsa dei sogni? L'Amstel Gold Race.

Mattia Toffoletto

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