Volley Treviso e i tre fratelli Porro, dalla Marca verso l’Olimpo della pallavolo

Paolo gioca in A1 a Milano, Luca in A2 nel Prata, Simone è il più giovane e ha appena vinto con l’Italia il trofeo Wevza: «Voglio andare alle Olimpiadi 2028»
Rosario Padovano

Vive a Treviso, gioca a Treviso e ha vinto il primo trofeo con la Nazionale, under 17, perchè una nazionale per lui ancora non c'è. Il 15enne Simone Porro è il grande protagonista della settimana nella pallavolo trevigiana.

«Voglio andare alle Olimpiadi del 2028, e vincerle con la maglia dell'Italia», dice. L'ambizione è smisurata, come la classe, come la sua personalità. Lui è il terzogenito della famosa dinastia dei Porro, cresciuti in grande parte a Treviso. Paolo Porro, di Genova Voltri, dopo il Volley Treviso ha spiccato il volo e gioca stabilmente da due stagioni in A1, ora è a Milano e ha vinto l'Europeo under 21. Luca Porro gioca da due stagioni nel Prata, squadra di A2, convinto nel progetto lo scorso anno dall'altro trevigiano Mattia Boninfante, suo compagno di squadra. E i risultati si sono visti: vittoria in coppa Italia e promozione dall'A3 alla A2.

Infine Simone. Dallo scorso anno Luca e Simone Porro abitano a Frescada di Preganziol, alle porte di Treviso. La mattina Simone si fa portare a scuola da Dante Boninfante, l'ex talento alla regia della Sisley, padre di Mattia. Dante allena il Prata. Simone con l'Italia ha appena vinto il trofeo Wevza a Darfo Boario terme e ha ottenuto il titolo di Mvp, migliore giocatore della manifestazione. È un predestinato, lo sa anche lui ma ha una calma serafica. «Non sono fidanzato, mi piace il cantante Lazza, vado a scuola a Treviso al Liceo Economico Sociale Duca degli Abruzzi – si presenta – sono un giocatore di volley nella C del Treviso e con la Nazionale azzurra mi sono divertito. Ma a scuola io non voglio scorciatoie per il mio presente nel volley. Quando i professori vogliono mi possono interrogare».

Al Trofeo Wevza, valido per la qualificazione agli Europei che l'Italia ha ottenuto a mani basse, gli azzurri hanno battuto per 3-0 in finale la Spagna stessa avversaria con cui avevano debuttato, vincendo a fatica per 3-2. «L'unica gara in cui abbiamo giocato sottotono è stata la prima contro la Spagna. Poi ci siamo sciolti e abbiamo affrontato a viso aperto tutti gli avversari. Sono contento di come ci siamo espressi». È stato un po' coach Cappelletto a Treviso a convincerlo a cambiare ruolo, a fare il palleggiatore, dopo una parentesi in attacco. «Nell'evoluzione del ruolo – pensa Simone – sono convinto che un regista debba sapere attaccare. Infatti Giannelli spesso attacca, o anche Mattia Boninfante quando l'ho visto giocare. Il regista deve guidare la squadra a catapultarsi fuori dalle situazioni più intricate». Non lo dice apertamente, ma Simone si ispira anche ai fratelli Paolo e a Luca, con cui vive a Frescada di Preanziol. Vivono qui da un anno e mezzo. Proprio Luca dice. «Simone? Mah, è scarso - scherza - no dai, è uno che si impegna. Dai, è bravo».

Mamma Barbara Cadei stravede per tutti e tre. «Paolo sembra più timido, ma dei tre è il più serio. Luca è il più giocherellone – avverte – mentre Simone è il più imprevedibile. Paolo ha 21 anni, Luca 18, Simone 15, ma è già alto 1 metro e 88». Nel fine settimana a Frescada si unisce il padre Fabio, dirigente capoarea di un'azienda a Gubbio. È da Treviso che partono i futuri talenti della Nazionale che insegue le Olimpiadi. 

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