Vianello, bomber dell’Union Feltre «Non potevo tirarmi indietro»

MOTTA DI LIVENZA. A suo modo ha già stabilito un piccolo record storico. È infatti il primo acquisto della neonata Union Feltre. Marco Vianello una settimana fa ancora non si capacitava della...
Bolognini Montebelluna calcio Montebelluna contro Liventina terza rete Liventina Marco Vianello
Bolognini Montebelluna calcio Montebelluna contro Liventina terza rete Liventina Marco Vianello

MOTTA DI LIVENZA. A suo modo ha già stabilito un piccolo record storico. È infatti il primo acquisto della neonata Union Feltre. Marco Vianello una settimana fa ancora non si capacitava della retrocessione appena patita con la Liventina, ma adesso vuole rimettersi in gioco. «Il giorno dopo la partita di Trieste mi è arrivata questa telefonata dal ds Bizzotto. Dopo una delusione del genere ho avuto un'impressione da subito positiva sul progetto e, allo stesso modo, non potevo che essere contento di essere scelto dall’Union. Ci ho pensato poco prima di accettare». Ferita aperta. Dura però non tornare sulla caduta in Eccellenza del club nel quale ha militato in queste ultime tre stagioni. A Trieste nel playout aveva iniziato dalla panchina, anche per delle discussioni avute con l'allenatore Tossani, poi nei supplementari ha fallito un rigore. «Ho voglia di riscattarmi. Non so ancora cosa dire, sono stato lì per un bel periodo e visti i tanti sacrifici fatti non avrei mai pensato di retrocedere. Nel girone di andata avevamo collezionato qualcosa come 25 punti, che per un neo promossa sono tanti. Poi però ecco mesi disastrosi come rendimento». Serviva una bella scossa per ritrovare gli stimoli personali. «La società mi ha detto che bisogna prima di tutto salvarsi ma credo che tutta questa nuova realtà potrà contare su un entusiasmo importante. È il motore per fare bene e che può farti fare anche qualcosa in più». Tra Madiotto e Vianello ci sono davanti due che, nell'ultimo campionato, hanno messo assieme 35 gol. «Lo conosco da avversario, è un giocatore che mi piace molto. Credo possiamo essere compatibili». Tra... Sassuolo e Zeman. Oltre al settore giovanile del Milan, ci sono state squadre importanti nella carriera di Vianello. Tra queste Sassuolo e Avellino, che gli hanno permesso di conoscere una realtà e un allenatore decisamente famosi. «In neroverde ho fatto due anni già nell’era Squinzi. Nel 2005-2006 abbiamo vinto la C2. Devo dire che vederli in Europa League non è una sorpresa, già ai miei tempi la società era ambiziosa. Ricordo che quando il patron ci diceva di sognare la sfida con l'Inter, lui che è milanista sfegatato, noi ci guardavamo sorridendo. I fatti gli hanno dato ragione. Mi piacerebbe tornare allo stadio, magari in occasione di un match europeo. Giocano ancora lì da allora sia il terzo portiere Alberto Pomini che il capitano Francesco Magnanelli». Ad Avellino invece sulla sua strada c'è stato l'incrocio con Zeman. «Lui è un maestro di calcio, poco da dire. Per noi attaccanti giocare con lui era il massimo. Ho fatto solo sei mesi, ma mi sono bastati per fare la preparazione estiva. Non ne ho più svolte di così dure». Magari mister Bianchini ne sta preparando una ancora più tosta. «Ma se serve per vincere...».

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