Un minicampione in famiglia «Porro? È un figlio in prestito»

la storia
Tra le promesse della pallavolo c’è anche Paolo Porro, alzatore del Volley Treviso. Genovese e figlio d’arte, Paolo arriva a Treviso nel 2015 a 13 anni, una scelta condivisa e appoggiata da papà Fabio e mamma Barbara. E proprio a Treviso Paolo incontra la sua seconda famiglia: non la squadra, bensì la famiglia Maggio. Tra Lorenzo Maggio e Paolo, coetanei che giocano nella stessa squadra, nasce un rapporto di fratellanza quando Enrico Maggio e Alessandra Buso, genitori di Lorenzo, decidono di “gettare il cuore oltre l’ostacolo” e accoglierlo in famiglia.
«Quando Paolo è arrivato dimostrava 10/12 anni perché aveva una struttura più minuta dei suoi coetanei, era uno scricciolo. Ci siamo resi disponibili, spesso si fermava a dormire da noi e dopo poco era già parte della famiglia», ricorda Alessandra. «D’accordo con i suoi genitori e la società abbiamo deciso di farlo vivere con noi, non perché non fosse indipendente ma perché a 13 anni un ragazzo ha ancora bisogno di avere attorno un po’ di calore familiare, di essere interrogati prima di una verifica, aiutati se si sta male o ascoltati in una giornata storta».
Ora Paolo si sta preparando per la maturità al Duca degli Abruzzi. E poi? «Non sappiamo dove andrà o cosa succederà ma di anno in anno ci prepariamo come se fosse l’ultimo. Dire che siamo pronti è un’altra cosa, Paolo è, come lo chiamo io, “mio figlio in prestito”, ci mancherà anche se una parte di lui rimarrà sempre con noi».
Un’esperienza che consiglierebbe? «Sì, e ogni volta lo dico con la luce negli occhi, riconoscente anche alla famiglia Porro per la fiducia che ci ha dato. Non sono mancati momenti difficili soprattutto all’inizio perché Paolo, che è un ragazzo a modo, allegro e molto aperto, è arrivato come un tornado ed ha sconvolto il nostro equilibrio ma giorno dopo giorno abbiamo imparato a vivere assieme. Ma il passo più grande l’ha fatto Paolo quando ci ha permesso di essere la sua vera seconda famiglia». —
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