Un gemellaggio tra i “muri” di Ca’ del Poggio e di Grammont

SAN PIETRO DI FELETTO. Creare una rete europea tra i mitici "muri" del ciclismo internazionale, quelle salite brevi, lunghe appena un chilometro, ma secche, con strappi fino al 20%, temuti da tutti i corridori e spesso decisivi. Muri come quello belga di Grammont (Geraardsbergen in fiammingo), uno dei simboli del Giro delle Fiandre, e quello di Ca' del Poggio, all'altezza dell'omonimo resort tra i saliscendi di San Pietro di Feletto, uno dei simboli delle colline del Prosecco Superiore Docg, tre volte protagonista di una tappa del Giro d'Italia (2009, 2013 e 2014), in un'occasione anche del Giro femminile (2014) e pure di un campionato italiano (2010), appuntamento immancabile per le gare giovanili e amatoriali che si corrono tra Conegliano e Valdobbiadene. Ed è proprio tra i Comuni di San Pietro di Feletto e Geraardsbergen (nelle Fiandre orientali, 33 mila abitanti, vicino al confine vallone), nel nome del ciclismo e del (bel) paesaggio, che è maturata l'idea di un "patto di collaborazione" per sviluppare nei prossimi 5 anni le reciproche realtà sportive, culturali, turistiche e produttive.
Un patto amministrativo suggellato da una "lettera di intenti" tra le rispettive federazioni ciclistiche per rafforzare ulteriormente le relazioni tra i due Paesi, unendo idealmente i più famosi percorsi su due ruote italiani e belgi non solo sotto l'aspetto sportivo, ma anche sotto quello turistico. Ieri mattina la firma del doppio documento, nel municipio di Rua di Feletto, tra i primi cittadini Loris Dalto e Guido De Padt e tra i presidenti federali Renato Di Rocco e Tom Van Damme. «Da oggi, Ca' del Poggio e Grammont hanno qualcosa in più che li unisce», ha esordito il sindaco Dalto. «Abbiamo tante cose in comune, in particolare queste pendenze che accompagnano il passaggio dei grandi eventi ciclistici. Ma ora c'è la possibilità di trasformare il ciclismo dei grandi muri in un'occasione di scambio culturale e di sviluppo turistico ed economico oltre i confini della bicicletta e dello sport».
Da parte sua, come ogni ospite dell'Alta Marca che si rispetti, il collega De Padt ha sottolineato la bellezza del territorio caro ai vigneti del Prosecco: «Sono rimasto incantato dal vostro paesaggio, ma anche dall'accoglienza della gente. Non è retorica, ma mi sto sentendo davvero a casa mia». Il primo cittadino fiammingo ha quindi auspicato quello di ieri come il primo mattone di un ... muro ben più alto: «È nostra intenzione estendere questo patto ad una decina di località europee, come ad esempio la cittadina francese Mûr de Bretagne che lo scorso anno ha ospitato una tappa del Tour de France». E parlando di muri, il presidente federale Di Rocco non poteva non porre l'accento sul valore simbolico della parola: «Qui, attraverso i muri, vogliamo unire i popoli e le loro culture e non dividerli come in altri contesti».
Glauco Zuan
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