Treviso, razzismo sul campo di calcio: «Gnago ostaggio degli ultras, che schifo»

Treviso. Calcio Promozione. Il mister del Portomansuè si smarca dal ds: «Non diamo alibi, quello che è accaduto è gravissimo»
gueretta agenzia foto film mansue portomansue-acd treviso in foto
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MANSUÈ . «Capisco che si tratti di un momento difficile per una piazza importante come quella di Treviso, ma da padre non posso tollerare le bugie». Non usa mezzi termini mister Stefano Lombardi per riportare all'ordine il Treviso, la squadra per cui ha giocato 3 stagioni e vinto 3 trofei. Lunedì la dirigenza biancoceleste ha negato che durante Portomansuè-Treviso ci fossero stati episodi di razzismo nei confronti di Yves Roland Gnago, attaccante biancoverde. E ieri non ha cambniato linea.

«Bisogna dire la verità, e allora dico che nel 2018 il razzismo fa schifo. Non voglio fare la morale a nessuno, ma ho dei valori», continua Lombardi. «Chi nega che Yves abbia ricevuto insulti e cori razzisti guardava altro o fa finta che non sia successo niente». Il mister si schiera dalla parte del suo giocatore, che ha ricevuto insulti sia all'andata che al ritorno. «Al Tenni anch'io ho ricevuto insulti pesanti da alcuni ignoranti, dopo che a Treviso c'ho lasciato una parte del mio cuore, e non ho detto niente. Ora non si può mettere la testa sotto la sabbia».

Gli ultras a Gnago: "Vieni fuori che magari diventi bianco"

Gnago, dopo la partita vinta 2-0, ha esultato sotto i propri tifosi e poi ha fatto il segno del "due gol e a casa" agli ultras. «Se ha sbagliato gli tireremo le orecchie. Ma la sua è stata una reazione civile a 180' di insulti gratuiti, pesanti e razzisti. L'hanno aspettato un'ora fuori dagli spogliatoi. Cosa avrebbero fatto a Totti e Del Piero? Mi dissocio dalla finta ipocrisia: lo stadio non è uno sfogatoio. Facciano come me, che quando non ne posso più vado in montagna a spaccare legna. La maleducazione è inaccettabile, non potrei guardarmi allo specchio. Il calcio deve essere mezzo di cultura e aggregazione», aggiunge Lombardi. «Dire che la colpa è di Gnago è una follia e una vergogna. Gli dirò di crescere, perché purtroppo troverà sempre degli ignoranti».

Ma Lombardi ne ha anche per il ds Ermanno Amadio, che, dopo aver che condannato quanto successo, su Facebook ha negato che a Mansuè si fossero consumati episodi di razzismo. «E le 600 persone che hanno visto tutto cosa sono, dei cretini? Ringrazio le forze dell'ordine che con tatto hanno evitato l'aggressione. Mi dissocio totalmente dalle parole di Amadio. Non ho niente contro di lui, ma non potrei mai mentire a me stesso. Spero di potermi chiarire con lui il prima possibile, a quattrocchi, ma nessuno può parlare per me senza avermi interpellato. È vergognoso doversi barricare per 40 minuti negli spogliatoi. Quanto è successo domenica ha rovinato una partita bellissima, maschia e giocata lealmente da tutti i giocatori», dice il tecnico.

Ed anche la squadra del Portomansuè si schiera compatta attorno al proprio attaccante. A parlare è il capitano, Riccardo Perissinotto: «Posso capire che ai tifosi scappino alcuni insulti durante una partita, ma quanto è successo dopo i 90' è inaccettabile». Ieri sera è stata la prima volta che i giocatori del Portomansuè si sono visti dopo la partita di domenica: «Siamo un grande gruppo multietnico. Proteggeremo Gnago, punto».

Il Treviso nega. Per gli ultras «a Mansuè qualcosa è successo, ma attribuire ciò all’odio razziale è tanto ipocrita quanto ridicolo. Gnago ha pensato bene di provocarci per l’ennesima volta, dimostrando di essere un uomo grande e grosso di statura, ma assai piccolo di caratura». Mmister Cristiano Graziano afferma di non avere «sentito cori razzisti. Poi non so se sia successo qualcosa mentre ero nello spogliatoio». Per il capitano Nichele «ci sono stati cori contro Gnago ma non razzisti».
 

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