Treviso Basket asfaltata, l’Alma fa festa al Palaverde
La De’ Longhi Treviso chiude la stagione con una prestazione da incubo: finisce con un raggelante -32, Trieste vola in finale

bolognini agenzia foto film villorba treviso basket -trieste p.o. in foto brown
VILLORBA. Che pena, che sofferenza, che incubo. Che umiliazione. Treviso saluta i playoff crollando in modo inverecondo, senza un minimo di reazione, facendosi seppellire da un’Alma che mai si sarebbe aspettata di fare una passeggiata. Un serata da tregenda, De’ Longhi subito il tilt, sgonfiatasi alle prime salitelle dalla sua labilità mentale, dalla tensione che l’ha travolta, dalla frenesia di voler rimediare subito, anche quando c’era tutto il tempo di questo mondo. Dopo due sconfitte per 10 punti totali era lecito attendersi un’altra partita tirata, combattuta ed invece l’Alma, alla sua seconda finale di fila, ha banchettato come e quando ha voluto.

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Dopo il cesto il cesto di Brown (i primi 4 punti TVB sono suoi ma 1/4 dalla lunetta) ne mette 5 di fila in una gara che fila già a 100 all’ora. Green è il solito fromboliere, poi si calmerà, tanto non ce n’era bisogno, Treviso cerca di scuotersi dalla sua evidente tensione, che gli fa sbagliare anche una rimessa, fa cilecca anche da tre (0/4 prima che ci pensi Swann), recupera palloni ma non riesce a farli fruttare, fioccano anche i falli. 11-11 con i liberi di Swann all’8’, sarà l’ultimo pareggio: altro 4-0 dell’Alma. Insomma, altra serata di sofferenza e ad inseguimento, tanto per cambiare. L’antisportivo a Cittadini ad esempio frutta appena un punto e dunque Trieste prova ad andarsene di nuovo sul 19-15. E tecnico a Swann dopo canestro di Brown alla sirena: altri 4 punti regalati a Trieste, sono questi i dettagli che fanno la differenza.
La De’ Longhi si agita molto ma è nervosa, frenetica, procede a scatti, va sotto anche di 11, poi di 19 (36-19 al 17’ con Da Ros, mai c‘era stato un divario simile in questa semifinale), Treviso sbaglia davvero tutto mentre dall’altra parte si ragiona di più e si spreca molto di meno. Ci si attende sempre un qualcosa che sblocchi l’impasse ma va sempre peggio, non c’è nessuno capace di prendere la faccenda in pugno, tutti vanno in confusione, a conferma che i limiti di questa squadra, fra le più belle e spettacolari quando gira per il verso giusto, erano soprattutto mentali. In definitiva garatre, quella che avrebbe dovuto far iniziare la mitica remuntada, è già compromessa all’intervallo lungo (26 punti, 9/29 dal campo, 7/14 i liberi, 16-61 la valutazione…).
L’unica speranza era vedere se dopo la pausa sarebbe cambiato qualcosa, se TVB fosse uscita dal tunnel con altro atteggiamento: Cavaliero da tre, poi palla persa: come non detto. Trieste resta una perfetta macchina da pallacanestro, non lascia mai niente al caso, Treviso proprio non ce la fa, incapace di organizzare una qualsivoglia reazione, nemmeno nervosa: prova anche ad allungare le mani in difesa, hai visto mai. Macchè, pure Antonutti fa 0/2 dalla linea, al 25’ dopo l’ennesima persa arriva il classico invito ad esibire gli attributi: il segnale della resa definitiva: 33-58 al 27’, due triple di Mussini, l’ultima alla sirena. A questo punto ci sarebbe da salvare almeno l’onore, invece l’agonia continua.
Stringe davvero il cuore ad assistere alla peggiore sconfitta di TvB della sua pur breve storia: sul +21 al 33’ Dalmasson ha chiamato time out, di cosa mai aveva paura? TvB è già in vacanza e i tifosi cantano lo stesso: presto, troppo presto, garatre si è tramutata in accademia: da una parte lo scoramento, dall’altra l’euforia di aver rifilato un cappotto alla grande rivale. Ed ora forza con i processi, le condanne sommarie, i “io l’avevo detto”, le dietrologie su una squadra stramazzata a terra all’ultima curva, schiantata, al momento della verità, da una responsabilità evidentemente troppo grande per lei. Ma forse almeno un attimo di riflessione non sarebbe così sbagliato.
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