Torna la Flavia, cabrio all’americana

Al debutto la nuova Lancia che deriva dalla Chrysler 200. È lunga cinque metri e fa tanto “Dolce vita”
Di Daniele P.m. Pellegrini

La Lancia di stagione è un inno alla vacanza italiana, in questo caso in salsa americana secondo l’attuale tendenza del gruppo Fiat che sfrutta la consociata Chrysler per coprire gli spazi non occupati dalla produzione nostrana.

Questa volta si tratta di una cabriolet, modello vacanziero per vocazione e simbolo di un’epoca nella quale i marchi, nobili ma non solo, facevano delle versioni con carrozzerie aperte un vero e proprio fiore all’occhiello della propria immagine.

La nuova Flavia recupera proprio questa tradizione e ricorre al nome celebre sia per sgomitare con i marchi di maggior successo in un settore oramai di nicchia, sia per smuovere le acque attorno al nome Lancia che, per far valere oggi e mantenere viva la sua nobiltà originaria ha naturalmente anche bisogno di automobili che siano legate alla propria nobile storia.

Lancia nello spirito ma americana nella sostanza, questa cabriolet punta su quello che fa tradizione e spettacolo sulle strade ed è fatta per farsi notare: quattro posti e il look del “macchinone” (è lunga quasi cinque metri) con quell’aria un po’ esibizionista che fa tanto anni Sessanta.

Forse un po’ stridente in tempi di ristrettezze e basso profilo, ma che colpisce ancora al cuore gli appassionati del genere.

È proprio la personalità che può distinguere questa Flavia dalla fortissima concorrenza tedesca, perché lo spirito Lancia si esprime senza alcuna aggressività sportiva e senza particolari o esasperate sofisticazioni tecniche.

La sua natura infatti è quella di una generosa vettura a trazione anteriore con un quattro cilindri 2.400 che fornisce le prestazioni che occorrono per viaggiare e passeggiare, assecondato da un cambio automatico a sei rapporti dalla dolcezza, che si può definire, però, tutta “americana”.

In pratica una vettura più da vivere che da guidare, una cabriolet globale che interpreta il concetto di sportività in una maniera differente rispetto alle abitudini di casa nostra, cercando di mettere assieme il gusto italiano con le abitudini e la cultura d’oltreoceano che, soprattutto nelle vetture vacanziere, mettono il confort e la facilità di guida assolutamente davanti a tutto.

Come compete a un’automobile sfiziosa per nascita, la dotazione di serie (nell’unica versione disponibile) è di quelle che comprendono tutto il necessario, compreso il navigatore, gli interni in pelle, l’impianto hi-fi e il tetto ad azionamento automatico.

La capote è stata realizzata con la classica tecnologia del rivestimento in tela ma con tutte le caratteristiche di isolamento termico e acustico delle realizzazioni più moderne.

Il ripiegamento è molto rapido (avviene in circa 30 secondi) e comporta la totale scomparsa sotto la linea di cintura, con la ovvia conseguenza, è vero, di occupare circa o due terzi del baule ma senza interferire con lo spazio rimanente che viene opportunamente protetto.

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