Supporter inglesi, una pacifica invasione In tribuna si tolgono le scarpe per il saluto

Levarsi le scarpe e prenderle in mano. Non per contestare o togliersi qualche sassolino. Ma per omaggiare, ringraziare, applaudire i tuoi beniamini. Che ti hanno ripagato dell'ennesima trasferta, onorando la tua passione. A fine partita, i tifosi del Northampton hanno salutato i propri giocatori in maniera curiosa. Non solo cori e applausi ritmati, ai fotografi non è sfuggita l'inusuale gestualità: togliersi appunto le scarpe e mostrarle a Foden e compagni a mo' di tributo. Un'empatia, un vivere assieme, un abbraccio che dagli spalti raggiunge il campo. Un comportamento, se vogliamo, molto british: la ritualità silenziosa delle scarpe vale molto più di tante grida o applausi prolungati. Al fischio finale, la squadra, come impone una tradizione non solo rugbistica, si è posizionata sotto la tribuna coperta per ringraziare. E la tifoseria dei Saints, come vuole evidentemente un costume altrettanto consolidato, ha risposto con il simpatico rito. Per i suoi sostenitori, Northampton è così bella da meritare una simile cortesia. Per il resto, è stato il solito piacevole vedere: berretti e sciarpe con i colori del club, cappelli stravaganti e divise ufficiali al posto di camicie o maglioni. Il ricordo di una città, e non solo di un stadio da rugby, da portare in Inghilterra: le passeggiate per le vie del centro, le capatine al mercato di piazza del Grano. Qualche birra, per non soffrire di nostalgia: prima, durante e dopo la partita. Qualche battuta, per insegnare il fair play: «Next time», ovvero la prossima volta.
Così si rivolgevano a fine gara a qualche tifoso trevigiano più sconsolato e accalorato. Non uno sfottò, ma un incoraggiamento. Molto british. (m.t.)
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