Sull’Olympo per salire più in alto e con i giovani c’è il tutor Liziero

Il presidente Claudio Panighel, un tempo atleta, racconta la società «Abbiamo cambiato pelle, facciamo volley con il concetto di gruppo» 

i protagonisti

Il Natale per il GS Olympo, società pallavolistica di Quinto, è arrivato in anticipo, nella forma di un primo ed un secondo posto nella Coppa Tre.Uno maschile e Coppa Terza femminile. Unica società tra le province di Treviso e Belluno ad aver portato due squadre in finale, l’Olympo non ha deluso anche se la vittoria è diventata un obiettivo strada facendo. «Abbiamo partecipato alla Coppa Tre.Uno per allenare la maschile al campionato di prima divisione e per dare a tutti la possibilità di giocare», spiega Claudio Panighel, presidente del GS Olympo, che con questa società condivide molto più che un ruolo. «Sono nato con l’Olympo con 45 anni fa, ero uno dei bimbi che frequentavano la palestra. Per motivi scolastici ho abbandonato, poi sono tornato a giocare nell’amatoriale e ora porto i miei figli ad allenarsi. Ho visto la società cambiare pelle, sono migliorati l’organizzazione, i tecnici ed i dirigenti senza perdere di vista la missione: dare l’opportunità di fare sport».

L’ambizione di salire in D maschile però non è un segreto. «È un obiettivo realistico, ce la giocheremo con un altro paio di squadre, il Volley Treviso ed il Motta, che abbiamo incontrato già più volte (battuti anche in finale di Coppa Tre.Uno per 3-2, ndr). L’obiettivo primario è recuperare quello che negli anni abbiamo perso a livello maschile, è un settore in difficoltà ma vogliamo colmare questo gap».

Nel femminile l’Olympo partecipa al Volley Pro assieme a Preganziol, Albertina e Casale. Come hanno reagito le atlete? «Vi partecipano ragazze dall’U12 fino all’U18, sembrano soddisfatte ma i risultati li potremmo discutere tra un anno. L’impegno ricade soprattutto sulla società e sui genitori che all’inizio erano titubanti, specialmente per la distanza degli allenamenti, ora sono più positivi perchè le ragazze riconoscono il beneficio di allenarsi in gruppi di livello».

Alla finale maschile di Coppa Tre.Uno in campo tra i giovani c’era anche un atleta del ‘71, Omar Liziero. «Funziona, anche se nasce da una necessità: non trovavamo palleggiatori e lui voleva ritirarsi ma ha accettato di darci una mano e ne è nato un bellissimo rapporto. Con la sua esperienza fa da tutor alla squadra, oltre ad avere ancora un ottimo tocco. E alla fine ci mette il cuore più di tutti, trascinando i giovani». —



Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso