Studi da matematico e freddezza Cervi, re dell’aeromodellismo

la passione
Per i più corrisponde a un gioco, a un hobby da praticare la domenica all’area aperta. In realtà dietro ci sono ore di studio, quasi come fosse matematica. Parliamo dell’Aeromodellismo, che per Andrea Cervi è diventato un vero e proprio sport. Un amore per questa disciplina, che a soli 16 anni, lo ha portato a fine luglio a diventare Campione europeo Juniores.
A Sivry-Rance in Belgio ha sbaragliato la concorrenza - 65 gli iscritti all’Europeo - mettendo in fila in particolare un belga e un israeliano, accomodatisi negli altri due gradini del podio. Nella propria categoria Cervi ha letteralmente dominato, piazzandosi inoltre al 14° posto assoluto; per dare l’idea, il secondo e il terzo nella classifica generale sono arrivati 29° e 31°. Anche l’architettura della gara non lascia nulla al caso. Una settimana di competizione, tra il 21 e il 28 luglio, con prove di velocità e precisione con schemi precisi, che restano validi per un biennio, da rispettare per ottenere il punteggio più alto. Lanci di qualificazione e poi quelli di semifinale tra i primi 30. E successivamente i miglior dieci si sfidano ancora in finale, per aggiudicarsi il titolo assoluto.
Andrea Cervi ha gareggiato nella disciplina F3A, ovvero quella dedicata all’acrobazia di precisione con modelli radiocomandati. Non esattamente giocattolini, sono apparecchi che pesano cinque chili, due metri di lunghezza e altrettanti di larghezza. C’è chi gareggia con modelli realizzati da sè, e chi, la maggior parte, li compra e poi li adatta alle esigenze del pilota, della gara, e delle condizioni meteo del momento. Perchè, si diceva, dietro c’è un vero e proprio studio. «Bisogna avere diverse conoscenze», spiega papà Renato Cervi, che ha trasmesso la passione al figlio fin da quando era bambino, «serve avere nozioni di fisica, conoscere i venti, e applicarsi per molte ore. Questi aerei non sono giocattoli, hanno una tecnologia degna della Formula 1». —
Federico Cipolla
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