«Strepitosi all’inizio ho sbagliato il finale»

Mazzanti ripercorre la stagione : «Peccato non aver valorizzato la panchina» Per il mister due anni da incorniciare con le pantere, grande lezione di vita
Di Chiara Bortolato
bolognini agenzia foto film villorba imoco-modena p.o. in foto mazzanti
bolognini agenzia foto film villorba imoco-modena p.o. in foto mazzanti

CONEGLIANO. Tra le colpe nella gestione della squadra, Mazzanti elenca anche una gestione non efficace della panchina e ripercorre la sua esperienza a Conegliano in un’analisi personale che diventa una lezione di volley e di umanità. «Se mi guardo indietro vedo un percorso bellissimo, è stato forse l’anno più bello dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro. I problemi li abbiamo sempre avuti, ma il livello è sempre stato alto. Sembra che ci sia sempre una situazione algebrica in una squadra: più giocatrici forti metti e più il livello della squadra si alza. Non è così, una squadra è una cosa complessa, e questo adattamento continuo con nuovi innesti e cambi è stato faticoso. La squadra è stata molto in gamba. Mi spiace solo non aver valorizzato come volevo la panchina, mi dispiace un sacco per Elisa, Carol, Jenny e Silvia. Hanno fatto un grande lavoro, le ho curate molto nella prima parte della stagione e poi, preso dai problemi, ho perso un po’ la qualità con loro. Mi spiace perchè ci tengo un sacco a valorizzare il lavoro di tutte. Il percorso di questi due anni», analizza Mazzanti, «è stato un banco di prova tostissimo; l’anno scorso è stato quello con più stress: era la stagione in cui dover vincere, e questo mi ha segnato. Inizi a lavorare e giocare con le aspettative di un palazzetto, di un pubblico, e se non te le tieni strette diventa difficile. È bello condividere i successi ma deve partire tutto dal campo, non deve essere qualcosa che arriva da fuori. Mi ha dato un insegnamento enorme, che è diventato un must: la cosa importante dello stare qua dentro non è il risultato che ottieni, è il percorso che porta i risultati, ma se tu inverti il processo e dai valore solo ai risultati ti perdi la bellezza del percorso. La scorsa estate, quando sentivo l’inno delle pantere mi tornava in mente quello che avevo vissuto con la squadra. È vero che è bello avere lo scudetto, ma alla fine la differenza è che bisogna concentrarsi sul percorso, mai sugli obiettivi. La nostra maledizione era dover fare meglio del giorno prima e abbiamo lavorato per fare questo. Nella prima parte della stagione siamo stati strepitosi, ho sbagliato solo la parte finale. In questi due anni sono cresciuto tantissimo, mi hanno insegnato tanto e porto con me la serata di stasera (venerdì per chi legge, ndr) che non andrà su nessun almanacco ma che è fantastica».

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